Pianezza

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Il borgo di Pianezza

Una piccola frazione a conduzione familiare e animata soprattutto sotto il sole dei mesi più caldi, una lunga tradizione vinicola e un vecchio torchio. Sono queste le coordinate del piccolo borgo di Pianezza, una ridente comunità di famiglie che per secoli ha vissuto la Val Bognanco tra viticci, pampini e grappoli d’uva.

Nei pressi di Bognanco Fonti sorge Pianezza, ecosistema con anima e personalità opposte a quelle del borgo limitrofo. Se il primo accoglieva un flusso di turisti inarrestabile, attirato negli anni dall’impianto idroterapico, il secondo godeva di una pace e tranquillità difficilmente presenti nella frenesia di Fonti. Nonostante la vicinanza, infatti, fu soprattutto l’essenza della frazione a diventare un marchio riconoscibile, distinguibile e ricercato, e i suoi “frutti” apprezzati in tutta la valle.

Il piccolo borgo di Pianezza è situato su una leggera altura, proprio lungo il corso del fiume Bogna. Un gruppo di case separate da un labirinto di sottili vicoli è il suo cuore. Un tempo era animato da circa venti famiglie, oggi è la casa di una decina di bognanchesi. 

A dire la verità non è mai stato abitato durante tutti i mesi dell’anno: la frazione era soprattutto un ottimo posto dove trascorrere le estati e, in tempo di raccolta, gli autunni.

Proprio in quel periodo, infatti, il lavoro dei giovani ragazzi delle famiglie nei campi era alacre. L’uva, raggiunta la piena maturazione, era pronta per essere raccolta e la vinaccia (i suoi scarti) portati proprio al torchio del paese.

Il vino del torchio

Nostranino: questo il nome del vino prodotto dal vecchio torchio per sottolineare il valore della terra, della tradizione e del lavoro delle famiglie di Pianezza. Ma non solo: era chiamato anche l’Americanino per distinguerlo dal vino raffinato ricavato dello stesso raccolto. 

Lo descrivevano frizzante ma anche corposo, americano perché la provenienza delle coltivazioni era statunitense. Nostrano, invece, perché donava valore anche agli scarti rimasti dalla lavorazione del vino più pregiato. Il vino, dunque, aveva un valore autentico e sociale per il borgo: era l’anima delle feste di famiglia, organizzate proprio in autunno come momento di comunità e spensieratezza. Aveva però anche un valore economico dato dalla sua vendita nelle frazioni vicine. 

Oggi il torchio è un Museo completamente immerso tra le sue case, aperto a ogni visitatore. La sua natura è rimasta intatta, abbraccia tutti gli oggetti che un tempo componevano la vita nei campi, la cucina ma anche l’escursionismo e proprio la raccolta nei vigneti. Al suo ingresso, una targhetta ricorda l’autenticità e l’importanza di quel torchio storico: “1744”.

Secoli di un borgo che ha trovato il suo equilibrio nella condivisione, nel lavoro delle proprie famiglie e nei momenti di festa. Un borgo che non ha mai perso la sua anima votata all’apertura e all’accoglienza.

Vero, sincero e ridente, ancora oggi Pianezza con il suo torchio è un volto raro che descrive l’essenza della sua valle: la Val Bognanco.