Il piccolo e accogliente borgo di Graniga è la più alta frazione della valle abitata tutto l’anno.
Venne costruita anticamente su una terrazza esposta al sole, a circa 1100 metri s.l.m. (la frazione di Pizzanco, seppur posta a 1142 m.s.l.m. non ha residenti stabili).
Si presenta ai visitatori come un gioiello grazioso e ordinato, che racchiude la dolce essenza di Bognanco con il decoro e la pulizia che i suoi abitanti le riservano.
Il toponimo “Graniga” con molta probabilità deriva proprio dal termine “Granaio”, a indicare la tradizione agricola della frazione, soprattutto di grano e segale.
La morfologia e l’area geograficamente ristretta della valle Bognanco hanno sempre obbligato l’uomo a fare i conti con la montagna.
Il borgo di Graniga venne dunque costruito occupando il minor spazio possibile ma sfruttando ogni lembo per le coltivazioni.
Una cinquantina le case edificate in un’area di terra lunga appena 160 metri e larga circa 80. Tutto il terreno attorno, vicino alle abitazioni, era coltivato da sempre a orti, mentre le “solche” ordinatamente sorrette dai muri in pietra, e situate più distaccate, sono sempre state coltivate a grano.
Così si legge sull’edizione numero 23 del giornale “Il commercio Ossolano”, anno 1930: “Al profano sembrerà ancora poco ed irrisorio il terreno coltivato a frumento e si potrebbe dargli ragione, ma se si pensa che quassù in montagna l’attaccamento alla terra è grande e per questo, purtroppo, si ha la piccola, la piccolissima, direi quasi la polverizzazione della proprietà, un ettaro di terreno coltivato a frumento, non è indifferente, rappresenta già qualche cosa.”
Lo stesso articolo continua così: “[…] da anni nei dintorni di San Lorenzo e Graniga, si coltiva una varietà a spighe mutiche e ben nutrite, resistente alla ruggine e nel complesso all’allettamento, di buon rendimento, classificata giustamente Bognanchese […]”, a testimonianza che l’amore degli abitanti di Graniga per la propria terra ha portato ogni anno ricche produzioni.
Al centro del nucleo abitato sorge l’oratorio dedicato al patrono del borgo: San Rocco.
Anche nella piccola frazione di Graniga, come in ciascun borgo della valle, i sentimenti di fede e devozione si sono tramandati forti e radicati.
L’oratorio fu, con buona approssimazione, edificato in epoca antecedente al XVI secolo.
Nell’inventario dell’anno 1689 compaiono documentate anche le sue misure: lunghezza e larghezza di circa 18 braccia (12,80 metri) altezza 15 braccia (9 metri).
Ogni anno gli abitanti di Graniga festeggiano il loro patrono nel giorno successivo a quello di ferragosto, pochi giorni dopo la tradizionale processione delle “Cavagnette” dedicata a San Lorenzo nel capoluogo di Bognanco.
Dagli anni sessanta, a Graniga si può arrivare con la macchina, trovando ampio spazio per parcheggiare nel grande piazzale aperto sulla valle sottostante.
Questo importante traguardo stimola i residenti, e i molti frequentatori della valle, a decorare le proprie case del loro abito migliore.
Anche l’amministrazione comunale si è adoperato per migliorare l’urbanizzazione della frazione: una rete idrica per l’acqua potabile e la sistemazione della viabilità interna al borgo rendono l’abitato appetibile, moderno e accogliente.
Strutture e servizi a Graniga
Il borgo si raggiunge comodamente da Domodossola, seguendo le indicazioni per Bognanco. Superato il centro termale di Fonti, Graniga offre una vista onirica che si perde tra le creste delle montagne.
Ad accogliere i visitatori all’ingresso del paese, l’albergo-ristorante Da Cecilia offre camere e cucina tipica ossolana.
A disposizione degli amanti dello sport, e-bike di ultima generazione a pedalata assistita per lasciarsi trasportare dai tornanti di Bognanco.
Graniga è inoltre un ottimo punto di partenza per numerose escursioni.
Tra le più belle, il tracciato “Graniga–Rifugio Gattascosa–Graniga” (scaricabile comodamente su smartphone in formato .Gpx) accompagna l’escursionista alla stimolante scoperta delle montagne in valle Bognanco.