La storia delle acque di Bognanco
Incolore, eppure fresca.
Insapore, seppur dissetante.
Fresca e cristallina: le acque di Bognanco sono una linfa vitale.
Da sempre necessaria per l’agricoltura e per l’allevamento, fonte di sostentamento e calore naturale nelle case invernali prive di stufe. È con la scoperta delle sue sorgenti che la valle ha dato un valore nuovo alle sue fonti, attirando turisti e visitatori da ogni parte d’Europa.
La suddivisione tipicamente montana dei borghi in piccole frazioni autonome, ciascuna nei pressi di ruscelli e corsi d’acqua, riflette le necessità e l’economia di un tempo. Per secoli i risultati del lavoro dei bognanchesi sono stati prevalentemente i raccolti delle coltivazioni e l’allevamento del bestiame, entrambi imprescindibilmente legati alla disponibilità di acqua corrente per irrigare i campi e dissetare gli animali.
La scoperta della sorgente
Nel 1863 tutto cambiò. L’acqua smise di essere una risorsa prettamente primaria per diventare vera e propria specialità della valle, calamita per ricchezza e flusso di turisti. Proprio in quell’anno, infatti, una giovane pastorella scoprì una sorgente nei pressi di Prestino e avvisò immediatamente il parroco di Bognanco dentro. Il passaparola e soprattutto le sue qualità straordinariamente medicamentose arrivarono alle orecchie dell’allora avvocato Emilio Cavallini. Fu lui che, dopo essere guarito da alcuni disturbi gastrici e epatici, ne intuì il potenziale di mercato.
Nacque così l’impianto termale di Fonti, che a partire dagli anni ’90 del 19esimo secolo attrasse un numero incalcolabile di turisti curiosi e speranzosi di sottoporsi alle terapie delle acque della sua fonte: la “San Lorenzo”. Il borgo stesso di Fonti si dotò delle strutture ricettive più accoglienti e dei servizi più invitanti. La costruzione della funivia di collegamento con il borgo di San Lorenzo permise poi di convogliare il flusso di turisti nell’alta valle, favorendo e stimolando l’economia dell’intera val Bognanco.
Le proprietà curative delle acque di Bognanco
Ma quali sono le fonti? E soprattutto quali le straordinarie proprietà curative delle acque di Bognanco?
Le sorgenti della valle sono quattro: l’ultima di queste, ancora non sfruttata, era stata scoperta grazie ai lavori di costruzione dell’attuale Hotel Milano, nel borgo di Fonti.
Le sorgenti note, dunque, sono tre: la “San Lorenzo”, l’“Ausonia” e la “Gaudenziana”.
La prima tra le tre è la più esigua e gode delle più importanti ed efficaci proprietà medicamentose. Ingrediente principale delle terapie del complesso termale di Fonti, ha effetti diuretici e lassativi, favorisce la depurazione gastrica e intestinale. Naturalmente effervescente, era servita abbondantemente la mattina ai commensali, i quali, compiendo poi attività fisica, godevano delle sue qualità curative.
La seconda, l’Ausonia è anch’essa effervescente naturale. Sgorga in quantità maggiori rispetto alla San Lorenzo ed è particolarmente indicata per la sua bontà come acqua da tavola. Veniva per questo servita durante i pasti ai commensali dei padiglioni del centro termale.
La Gaudenziana, invece, è di più recente scoperta rispetto alle precedenti, sgorga in alta valle in quantità davvero abbondanti. Data appunto la sua copiosità, tramite impianti di raccolta è incanalata e preparata per la grande distribuzione. Non gode di proprietà mediche, ma di ottima reputazione come acqua da tavola.
Oggi l’impianto di Bognanco Fonti ha dato alle proprie acque un nuovo valore. Se prima era l’avanguardia per la cura medica dell’organismo, oggi all’interno dei padiglioni sorgono piscine e servizi per il benessere fisico. Il complesso infatti, seppur ancora votato alla distribuzione della sua preziosa acqua, si dedica attualmente a proporre i benefici delle sue acque termali e al wellness.
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