VALBO HISTORY

12 Agosto 1927

Bognanco: una fotografia degli anni Venti

Il POPOLO DELL’OSSOLA N.32 12/08/1927

“ISTANTANEE DI STAGIONE

A Bognanco, signori!?

Non siete mai stati alla stazione di Domo all’arrivo del treno delle ore 10?

Avreste campo di ammirare un metodico schieramento di automobili di vari colore, forma e grandezza e insieme assistere alla gara dei padroni e degli chaffeurs per acciuffare il forestiero, che in quel trambusto non può fare a meno di trovarsi un pò sconcertato.

Dieci minuti e la piazza è sgombra: il vostro orecchio rintrona ancora del rumore assordante dei motori e il vostro naso sa di un misto sgradevole di benzina e di olio grasso, che vi inquina anche la gola, e vi affrettate a pulirlo e togliervi la polvere dagli occhi e dagli abiti, e per pura curiosità non andrete più, a quell’ora, alla Stazione.

E le automobili e i molti passeggeri arrivati?

Partiti tutti più o meno comodamente su quelle macchine; per dove?

Per direzioni diverse, per quelle mete alte, sui monti, che sospirano da molto tempo e di cui sentono in cuore tutta l’attrattiva e la poesia: vengono dalla bassa, dal caldo stanchi, bruciati e lassù sognano di trovare tanto verde, tanta ombra e tanto fresco da sembrare loro di sentirsi già meglio adesso che divorano la strada.

[…] i più infilano Val Bognanco.

Ieri una decina di automobili, tutte cariche si inseguivano con trombe e fischi verso le Terme.”

Il numero 32 de “Il popolo dell’Ossola” racconta la crescita esponenziale che ebbe il turismo a Bognanco lungo tutto il Novecento, favorito da un parallelo sviluppo delle strutture ricettive e dei trasporti.

La stazione ferroviaria di Domodossola divenne il mezzo ideale per raggiungere la valle, collegata ora con le città più importanti d’Italia.

Il centro termale di Bognanco Fonti iniziò ad accogliere centinaia di automobili all’interno del centro, meta ricercata soprattutto nelle stagioni estive.

“Merita proprio di andare lassù?

Chi ne dubita!

È mai possibile che tanta gente si illuda, dopo molti anni di prova e di esperienza, che le acque di Bognanco lasciano il tempo che trovano?

No di certo, e me lo dicono gli scettici impenitenti e sono molti, che non credono alla virtù dell’acqua, ma vi ritornano senza fallo tutti gli anni.

La grande calamita adunque di Bognanco è la San Lorenzo, acqua purgativa, digestiva, diuretica, amicrobica con 1000 altre virtù […].”

La storia delle acque di Bognanco inizia con la scoperta della prima sorgente nel 1863.

A partire dagli anni Dieci del Novecento le proprietà curative delle fonti divennero note in tutta Italia, sconfinando in Europa. Fiumi di turisti arrivarono a Bognanco per sottoporsi alle terapie della famosa “San Lorenzo”, “Gaudenziana” e “Ausonia”.

L’avvocato Emilio Cavallini, abile imprenditore, non si fece trovare impreparato. Nel borgo di Fontile strutture ricettive si aggiornarono per accogliere il flusso infermabile di visitatori e garantire uno stile di vita così alto per l’epoca, che anche la fama di Bognanco aumentò negli anni.

La vita nel parco termale di Bognanco Fonti

“[…] ho trovato entro il recinto delle Terme, o meglio nel parco, splendido veramente, antistante le sorgenti. […]

Se non vi fosse il parco verde e bello, aristocratico, crederesti di trovarvi tra gli ignavi del sommo poeta e domandereste anche voi come Dante a Virgilio:

maestro… E che gent’è che par che nel duol si vinta?

E si chiacchiera?

Un po’ sommessi come se si fosse in un recinto sacro.

E si ride?

No, tranne le signorine, che distribuirono l’acqua con larghezza, senza paura né risparmio punte, tanto ce n’è e ce ne sarà sempre!

Chi ride quando prende la purga?

E li vedete tutti un po’ imbronciati col bicchiere in mano trangugiare la medicina un po’ amara che sa di salato che vi lascia in bocca un cattivo gusto e vi segna in volto una smorfia.

Oh quante e brutte! Su faccie giovani e faccie rugose, su volti maschili e femminili di tutte le classi e condizioni.

Predomina, direi, il grasso borghese, ben panciuto che è corso qui non di sua volontà, ma perché è costretto, e non sa capire come mai si rassegna a bere il liquore dei poveri, quella acqua sgradevole, lui che fino a ieri non ha messo in botte che liquor di Bacco, come lo dichiara apertamente la sua faccia color Barbera.

Beh! Beh! … risuona qua e là: meglio una bottiglia di barolo o di grignolino che questa porcheria.”

Da Milano a Bognanco

“Beh! L’è proprio minga bona.. esclamava un milanese arrivato fresco fresco, e gli fanno chiasso, intorno, i suoi compagni meneghini che la pensano come lui e come lui sentono il medesimo gusto.

Anche due suore della Carità fanno piccole smorfie e, furtivamente, ma bevono, bevono, rassegnate: sono già arrivati al quinto bicchiere!

Ma che sono mai cinque, dinnanzi ai 22 bicchieri che ha versato in castello, uno dopo l’altro, un mercante di granaglie ieri mattina?

Sì signori, 22: lo dice lui e vi sono i testimoni.

E lei, Reverendo, come sta?

Ah! Basta, basta: Oggi devo partire, se non voglio perdere anche le budella tre punti scusi sa?…”

I “benefici” delle acque curative: un ritratto satirico

“Cinque o sei, i più sensibili alla cura, corrono con passo frettoloso al di là del ponte, in cerca di una ritirata libera.

La troveranno? Mah!

Sono tante sì, ma più numerosi ancora sono quelli che aspettano: pazienza un poco: non è un sacrificio costante la vita?

La polizia, l’igiene e la disinfezione sono curate a meraviglia: validissimo coadiutore è il fiume che brontola forte contro i massi e lascia più tranquilli quelli che sentono disturbi, come dolori a punta d’ago al ventre, che protesta e rumore regge e chiede aiuto.

In complesso adunque cura forzata, faccie pallide, occhi languidi, morale basso, senso di stanchezza e di sfinimento, niente allegria.

Sarà sempre così?

Là dentro credo di sì: la salute del corpo è un gran affare, che val bene la spesa di prendere le cose sul serio, e fuori?

Fuori no: fuori si ritorna al vino, al teatro, alle passeggiate, ai divertimenti, ai vini, per cui il risultato finale della cura è molto incerto, ma per colpa del malato indocile e non della medicina di sicuro effetto!”

La divertente descrizione ha in realtà un fondo di verità.

Oggi, queste dicerie sono addirittura osservabili sotto forma di vignette caricaturali presso il museo delle acque di Bognanco Fonti.

La mostra raccoglie infatti alcune illustrazioni che raccontano gli effetti diuretici e purgativi delle terapie nel centro.

La fonte San Lorenzo, in particolare, era alla base della dieta mattutina e le sue proprietà lassative erano note a tutti i visitatori.

L’articolo de “Il popolo dell’Ossola” riporta con naturalezza disarmante, la facilità di trovare tra i cespugli, o sulle sponde del fiume Bogna, il parroco di paese insieme al borghese, colti dagli effetti delle acque.