“A me piace tanto la primavera. Non è che potete mettermi in uno di quei mesi in cui sbocciano i primi fiori e spuntano i primi soli?”
Ci piaceva iniziare il racconto di Cecilia con la frase che ci ha chiesto delicatamente alla fine di una bellissima giornata insieme.
Ecco come riparte il nostro viaggio, nel mese della riapertura, della sbocciatura, e delle fresche e tiepide giornate all’aperto, alla scoperta di storie e donne di montagna, nel bar e ristorante di Cecilia.
Cecilia ha un locale nel cuore delle montagne ossolane, a 1100 metri di altitudine proprio sopra la città di Domodossola.
Sognato e voluto insieme al marito, l’avevano comprato e ristrutturato 50 anni fa con grande sacrificio, una parola protagonista di questo racconto.
L’abbiamo raggiunta lì, per passare qualche ora insieme. Tra un servizio e l’altro non stava mai ferma, erano le prime ore della mattina, i tavoli si sarebbero riempiti dopo qualche tempo eppure non riuscivamo già a stare al suo passo.
Dietro al bancone passava dai bicchieri da lucidare alle bottiglie da ordinare, con qualche caffè qua e là preparato con il sorriso.
La giornata con Cecilia è iniziata nel modo più naturale possibile: seguendo il suo ritmo. Un ritmo che, tra i tavoli da sistemare e il bancone da rifornire, non lasciava spazio a pause. Lei non si fermava mai, sempre in movimento, sempre pronta ad accogliere con un sorriso i clienti abituali e quelli di passaggio.
“Allora noi ci si accontentava di tutto, andava bene perché, come ti ripeto, eravamo sempre in montagna, non si vedevano le cose che c’erano in città. Si pensava che la vita era così.”
Poi arriva un momento di quiete. Si siede finalmente con noi, una pausa guadagnata dopo ore in piedi. Il suo sorriso si fa più largo, gli occhi si illuminano mentre ci inizia a ripercorrere la sua vita, prima e dopo il ristorante.
“Questo albergo c’era già prima, qui c’era già la nonna di mio marito che faceva una piccola trattoria, un piccolo bar. Poi 50 anni fa abbiamo comprato, l’abbiamo ristrutturato con tanti sacrifici.”
Sacrifici. Cecilia pronuncia questa parola con una leggerezza che sorprende. Come se fosse naturale, come se fosse una condizione intrinseca della vita in montagna. E in effetti, per chi nasce e cresce tra queste vette, la fatica non è un peso, ma un valore.
Cosa ci ha insegnato Cecilia
Nel suo racconto, emergono immagini di un tempo che sembra lontano, ma che per Cecilia è ancora vivido. Gli inverni lunghi, la legna da spaccare, le corse al mercato per rifornire la dispensa. Ma anche le serate intorno a un tavolo, le chiacchiere con i clienti diventati amici, il profumo del caffè che ogni mattina avvolge il suo locale.
“Come insegna a vivere la montagna? Insegna ad avere un carattere forte, ad essere forte. Ti tira fuori l’energia di prendere le cose con forza e di non lasciarti andare.”
E mentre ce lo dice, ci rendiamo conto che Cecilia è l’esempio perfetto di questa forza. Una donna che non si è mai tirata indietro, che ha saputo costruire qualcosa di grande con le proprie mani, senza mai perdere il sorriso.
Cecilia ci ha insegnato che la montagna non ti regala nulla, ma ti dà tutto. Ti tempra, ti mette alla prova, ti insegna a non mollare mai. La sua storia è quella di chi ha scelto di restare, di costruire, di dare valore al proprio tempo e al proprio lavoro.
“Una vita di sacrificio tutta la vita, ma adesso ultimamente me la godo un po’. Direi di sì, qualcosa ho combattuto…”
Cecilia ci ha insegnato che la fatica non è solo privazione, ma anche soddisfazione. Che il vero lusso non è la comodità, ma la consapevolezza di aver costruito qualcosa di proprio, con dedizione e amore.
E così, dopo aver salutato Cecilia, il nostro viaggio continua. Alla ricerca di altre storie, di altre vite che sanno di montagna, di resistenza e di bellezza.
Allora noi ci si accontentava di tutto, andava bene perché come ti ripeto eravamo sempre in montagna non si vedevano le cose che c’erano in città. Si pensava che la vita era così.
Questo albergo c’era già prima, qui c’era già la nonna di mio marito che faceva una piccola trattoria, un piccolo bar.
Poi 50 anni fa abbiamo comprato, l’abbiamo ristrutturato con tanti sacrifici.
Una vita in cui abbiamo rinunciato a tanti divertimenti
Come insegna a vivere la montagna?
Insegna ad avere un carattere forte, ad essere forte. Ti tira fuori l’energia di prendere le cose con forza e di non lasciarti andare
Una vita di sacrificio tutta la vita ma adesso ultimamente me la godo un po’.
Direi di sì, qualcosa ho combattuto…
Cecilia.





