La storia degli Alpini: Corpo, Guerre, Simboli e Adunate
Gli alpini:
“Grandi bevitori, svelti di lingua e di mano, orgogliosi di sé e del loro Corpo, vivono rozzamente e muoiono eroicamente”.
Gabriele d’Annunzio
Così disse una delle menti più geniali della nostra storia: una “penna” così rara che spesso riusciva a imporre le sue storie alla vera Storia.
Ma chi sono gli alpini?
Cosa vuol dire essere una “Penna Nera” o un “figli dei monti”?
L’Associazione Nazionale Alpini non è solo costituita da uomini che amano radunarsi per sfilare con il cappello alpino in ricordo ed in onore delle generazioni del passato.
L’Associazione, ancora oggi dopo oltre 100 anni, è più che mai un organismo vivo ed operante nella realtà quotidiana del nostro Paese con il fine di tramandarne l’identità, insegnando ai giovani il valore del dono, l’amore verso il prossimo e l’amore verso la Patria.
Questa è la storia degli Alpini, il più antico corpo di Fanteria da montagna attivo nel mondo.
Questo è un esempio di come uomo e montagna hanno fatto la storia del nostro paese, un amore che ancora oggi, dopo oltre 150 anni, ha riunito 400 mila penne all’ultimo richiamo: la 95° Adunata Nazionale di Vicenza.
La storia di un uomo (Giuseppe) e degli uomini di un Corpo, la storia di un paese (Bognanco), e di un Paese intero.
Chi sono gli Alpini
Gli Alpini sono un corpo militare italiano specializzato nell’operare in terreni montuosi. Fondati per proteggere i confini settentrionali dell’Italia, si distinguono per il loro addestramento specifico per il combattimento in montagna, la capacità di operare in condizioni climatiche estreme e il supporto logistico in ambienti difficili. Celebrano una forte tradizione di solidarietà e cameratismo, mantenendo viva la propria storia e eredità attraverso eventi e raduni.

Con il termine “alpino” ci si riferisce a due possibili significati:
- in senso stretto indica una specialità dell’arma di fanteria (in particolare fucilieri e mortaisti)
- in senso più lato indica l’intero Corpo degli Alpini. Nel corso degli anni ha gradualmente incluso tutte le analoghe specialità delle Armi di artiglieria, Genio e Trasmissioni, Corpo automobilistico, Sanità ecc., tutte parimenti destinate a operare nei terreni montani dei confini Settentrionali italiani.
Si tratta del più antico Corpo di Fanteria da montagna attivo nel mondo e una delle unità più celebri dell’Esercito Italiano, oggi un simbolo del nostro Paese.
207 medaglie d’oro al Valore Militare, 4 medaglie d’oro al Valore Civile e 1 medaglia d’oro al Merito Civile della Croce Rossa Italiana.
Questi i riconoscimenti di un corpo ricordato ancora oggi per il loro coraggio dimostrato nel corso delle guerre del secolo scorso e nelle quotidiane battaglie dei nostri giorni.
La storia degli Alpini
Nel 1861, con il nascere del Regno d’Italia, il panorama geopolitico era complesso e i confini del nuovo stato erano ancora instabili.
Le Alpi, che costituivano la linea difensiva naturale lungo il confine settentrionale, richiedevano un’attenzione particolare e truppe specializzate per garantirne la protezione.
L’istituzione delle Truppe Alpine, avvenuta il 15 ottobre 1872, rispose a questa esigenza e fu il risultato del progetto di riordinamento dell’Esercito concepito e realizzato dal Generale Cesare Ricotti Magnani.
Magnani, con una visione lungimirante, comprese leggendo dallo studio dell’allora capitano di Stato Maggiore Giuseppe Domenico Perrucchetti (pubblicato nel maggio 1872 sulla Rivista Militare Italiana) l’importanza della difesa dei valichi alpini e la necessità di disporre, nell’ambito della fanteria, di una nuova specialità particolarmente addestrata per la guerra in montagna.
Lo studio fu da subito apprezzato e condiviso dal generale Cesare Ricotti Magnani, Ministro della Guerra nel governo di Quintino Sella, tanto che in breve tempo lo convinse ad avviare una radicale trasformazione dell’organismo militare italiano attuando una profonda ristrutturazione dell’Esercito.
È qui che la storia mostra che, dopotutto, nulla avviene per caso.
L’Italia era da poco Unita e le figure incaricate di difenderla intuiscono che nessuno più di chi è nato e cresciuto nei territori di montagna potrebbe farlo con amore e sacrificio, oltre che con strategia ed intelligenza.
Le stesse figure che, neanche dieci anni prima, nel 1864 a Torino, avevano fondato il CAI, oggi conosciuto anche come Club Alpino Italiano: entrambi alpinisti ed appassionati, oltre che profondi conoscitori dell’indole e dell’animo dei veri montanari.
La creazione degli Alpini, inizialmente mascherati da generici distrettuali per aggirare gli oppositori di un progetto effettivamente molto costoso, fu un’idea innovativa e quasi rivoluzionaria per l’epoca.
Il loro ruolo non si limitava alla difesa dei confini montani, ma comprendeva anche una strategia militare specifica per l’ambiente alpino e contribuiva all’espansione e al consolidamento del regno.
L’organizzazione iniziale delle Truppe Alpine vide la formazione di 15 compagnie nel marzo 1873, incrementate successivamente a 24 entro settembre dello stesso anno e a 36 nel 1878, suddivise in 10 battaglioni.
Queste compagnie furono reclutate principalmente dalle regioni prealpine, con soldati pratici dei luoghi e motivati a difenderli.
“Sono capogruppo dal gennaio del 1991, sono 33 anni.
Sono entrato a far parte del corpo degli alpini nel 1979-80 come militare di leva nel battaglione Susa di Pinerolo.
Ho sempre vissuto in montagna, così ho scritto che avrei voluto servire la patria del Corpo degli Alpini perché sentivo fosse più adatto a me.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
Il Corpo degli Alpini: Reggimenti e Battaglioni dell’esercito
All’atto della fondazione, nel 1872, il corpo degli Alpini fu strutturato in 15 compagnie, distribuite lungo la linea alpina, dalle Alpi Marittime alle Alpi Giulie. Ogni compagnia comprendeva circa 120 uomini, reclutati principalmente nelle regioni montane del Piemonte, della Lombardia e del Veneto. L’addestramento mirava a preparare questi soldati per le sfide specifiche del combattimento in montagna, inclusi arrampicata, orientamento in terreni impervi e resistenza alle rigide condizioni climatiche.
Nel 1882, a dieci anni dalla fondazione del Corpo, si ebbe un significativo ampliamento con la costituzione dei primi sei reggimenti alpini: il 1°, 2°, 3°, 4°, 5° e 6° Reggimento Alpini, distribuiti in varie località lungo l’arco alpino.
Durante la Prima Guerra Mondiale, gli Alpini furono impegnati in svariate battaglie lungo il fronte alpino, dimostrando grande valore e resistenza. Dopo il conflitto, il Corpo si riorganizzò, con alcune unità sciolte e altre nuove formate per rispondere alle esigenze del momento.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Alpini combatterono in varie campagne, mantenendo la loro reputazione di truppe d’élite. Dopo il conflitto, il Corpo subì ulteriori trasformazioni, con la ricostituzione di brigate e reggimenti per rispondere alle nuove sfide del periodo postbellico.
Negli anni successivi, il numero di brigate e reggimenti degli Alpini aumentò e diminuì in base alle esigenze operative e tattiche dell’Esercito Italiano. Nuove unità furono formate e assegnate a diversi settori delle Alpi, rafforzando la presenza e la capacità difensiva delle truppe alpine.
Dopo la fondazione degli Alpini, il corpo militare si organizzò rapidamente in brigate e reggimenti per meglio adattarsi alle esigenze operative e logistiche sul terreno. Le prime brigate e reggimenti nati furono:
Brigata Alpina “Julia”: Composta originariamente dai reggimenti “Val Tagliamento” e “Val Fella”, questa brigata fu una delle prime formazioni degli Alpini. Il nome “Julia” derivava dalle Alpi Giulie, dove era situata la linea di difesa di questa brigata.
Brigata Alpina “Taurinense”: Questa brigata comprendeva i reggimenti “Piemonte” e “Val Chisone”. Il nome “Taurinense” richiamava la città di Torino, capitale del Regno di Sardegna.
Brigata Alpina “Cuneense”: Costituita dai reggimenti “Cuneo” e “Fenestrelle”, questa brigata indicava la città di Cuneo, situata tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie.
Brigata Alpina “Tridentina”: Composta dai reggimenti “Trento” e “Edolo”, questa brigata prendeva il nome dalla città di Trento, situata nelle Alpi italiane settentrionali.
Attualmente, il Comando Truppe Alpine ha una struttura composta da diverse unità, tra cui:
- Comando Truppe Alpine (Bolzano)
- Comando Divisione Tridentina (da costituire)
- Centro Addestramento Alpino (Aosta)
- Brigata Alpina “Julia” (Udine)
- Brigata Alpina “Taurinense” (Torino)
- Reparto Comando e Supporti Tattici “Tridentina” (Bolzano)
Il Battaglione Intra
Il battaglione Intra, fondato per difendere le montagne dall’invasione nemica, giocò un ruolo cruciale nel periodo a cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Originato dalle dispute tra Domodossola e Pallanza, il battaglione combatté eroicamente, guadagnandosi medaglie al valore militare. I suoi fortini militari, oggi un meraviglioso percorso escursionistico in Valle Bognanco, testimoniano la sua coraggiosa storia.
Dopo aver operato sul fronte francese e in Albania, il battaglione combatté nella resistenza partigiana in Jugoslavia. Terminato il suo mandato, rimane un saldo ricordo dei suoi coraggiosi soldati.
Articoli correlati: La storia del Battaglione Intra

Gli Alpini nella Prima Guerra Mondiale
Durante la Prima Guerra Mondiale, gli Alpini costituirono una forza militare d’élite, specializzata nel combattere in terreni montuosi estremamente difficili. Il loro addestramento specifico e la loro abilità nell’affrontare le sfide uniche della guerra in montagna li resero protagonisti di molte battaglie decisive lungo il fronte italiano.
Una delle battaglie più emblematiche in cui gli Alpini furono coinvolti fu la battaglia di Caporetto nel 1917. Durante questa offensiva austro-ungarica, gli Alpini si trovarono a combattere in condizioni estreme, tra le gole e le cime delle Alpi Giulie. Nonostante l’inferiorità numerica e le avversità del terreno, gli Alpini dimostrarono un coraggio straordinario, resistendo con tenacia e infliggendo pesanti perdite al nemico.
Successivamente, durante la battaglia del Piave nel 1918, gli Alpini ebbero un ruolo cruciale nella difesa della linea del fiume Piave, respingendo gli attacchi austro-ungarici e contribuendo in modo significativo alla vittoria italiana. La loro resistenza eroica e la loro capacità di combattere in condizioni estreme furono fondamentali per la protezione del territorio italiano durante la guerra.
Quarantuno mesi di lotta durissima e sanguinosa costituirono per gli Alpini un’epopea di episodi collettivi ed individuali di altissimo valore e di indomita resistenza, di battaglie di uomini contro uomini, di uomini contro le forze della natura, di azioni cruente e ardimentose sulle alte vette dalle enormi pareti verticali, di miracoli di adattamento alle condizioni più avverse e nelle zone alpinisticamente impossibili.
Alla metà di giugno del 1915 gli Alpini effettuarono la prima leggendaria impresa, la conquista del Monte Nero, davanti alla quale anche i nostri avversari così si espressero: “Giù il cappello davanti gli alpini! Questo è stato un colpo da maestro”.
Aggrappati alla roccia con le mani e con le unghie per lottare contro uno dei più potenti eserciti del mondo, costruirono con mezzi rudimentali strade e sentieri fino sulle cengie più ardite, combatterono memorabili battaglie di mine e contromine, portarono a termine brillanti colpi di mano espugnando posizioni ritenute imprendibili e aggiunsero alle fantastiche leggende delle Dolomiti storie di giganti della lotta in montagna.
Il contributo dato dagli Alpini nella Grande Guerra è ampiamente evidenziato dalle seguenti cifre: ufficiali, sottufficiali e alpini morti 24.876, feriti 76.670, dispersi 18.305.
Gli Alpini nella Seconda Guerra Mondiale
Nella Seconda Guerra Mondiale, gli Alpini continuarono a dimostrare il loro valore e la loro determinazione in numerose battaglie cruciali lungo il fronte italiano. Dopo l’invasione tedesca dell’Italia nel 1943, molti reparti di Alpini furono schierati per difendere il territorio nazionale contro l’occupazione nazista.
Una delle sfide più significative affrontate dagli Alpini durante questo periodo fu la difesa della Linea Gotica. Tra il 1944 e il 1945, gli Alpini si trovarono a combattere in condizioni climatiche avverse e terreni montuosi estremamente difficili lungo questa linea difensiva, resistendo con eroismo agli attacchi tedeschi e contribuendo alla liberazione dell’Italia settentrionale.
Inoltre, durante la campagna dell’Appennino, gli Alpini combatterono aspramente per liberare le città e le valli dalle forze tedesche, dimostrando ancora una volta la propria capacità di combattere con determinazione in terreni montuosi e avversi.
“Tutti hanno compiuto un’opera veramente sovrumana. Dio fu con loro, ma gli uomini furono degni di Dio”.
Don Carlo Gnocchi, sacerdote cattolico italiano, oggi Beato
Nasce l’ANA: Associazione Nazionale Alpini
Dal desiderio di non dimenticare, e di celebrare il sacrificio e l’amore di ogni Alpino caduto, nel 1919 viene fondata l’Associazione Nazionale Alpini, ANA.
L’Associazione Nazionale Alpini (ANA) è un’organizzazione italiana nata per onorare il sacrificio e l’eroismo degli Alpini, soldati delle truppe di montagna, e per promuovere i valori di solidarietà, fratellanza e patriottismo. Venne fondata nel 1919, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale ed ha radici profonde nella storia dell’Italia moderna.
Il periodo era sicuramente di grande fermento sociale e patriottico, per questo il suo obiettivo era su tutti quello di preservare il ricordo dei caduti in guerra e di sostenere le famiglie dei militari.
Da allora, si impegnò nella promozione di iniziative culturali, sociali e di assistenza, sia a favore degli Alpini in servizio attivo che dei veterani e delle loro famiglie.
“In tutti i nostri ritrovi e raduni c’è sempre un momento per ricordarli. Tutto ciò che facciamo, lo facciamo perché resti nel tempo.
La nostra sede all’Alpe Gomba, costruita e pagata interamente dal gruppo 1993-1996, la posa della croce del Vallaro nel 1972, illuminata nel 2018, e la ristrutturazione dei fortini militari in Alta Valle Bognanco.
Tutto è fatto per lasciare qualcosa.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
Il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini è un’occasione speciale per ricordare una Storia come questa, la storia di ogni “penna nera”: la storia di chi ha difeso la Storia di un intero Paese.
Articoli correlati: La festa degli Alpini per il centenario dell’ANA
Simboli
La divisa degli Alpini non è semplicemente un insieme di indumenti, ma un simbolo tangibile della loro identità, coraggio e tradizione. Ogni elemento, da un cappello distintivo a un’iconica coccarda, racconta una storia di sacrificio, orgoglio nazionale e dedizione alla montagna. In questo capitolo, esploreremo il significato e il valore di questi simboli, che continuano a incutere rispetto e ammirazione in tutto il mondo.
La Penna nera e il cappello
La “bombetta” è forse il simbolo più iconico degli Alpini.
“Per noi indossarli è un orgoglio, ma ci deve essere sempre un valido motivo per avere la divisa di rappresentanza.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
La “bombetta” degli Alpini è un’iconica parte della divisa indossata da questi soldati delle montagne. Si tratta di un cappello di feltro nero, con una forma tondeggiante e una piccola falda, che si distingue per la sua particolare foggia. La “bombetta” ha una storia ricca e simbolica all’interno del Corpo degli Alpini.
Introdotto nel 1874, questo cappello divenne subito un emblema araldico dei soldati della montagna. Caratterizzato da una stella di metallo a cinque punte e una coccarda tricolore, il cappello era ornato con una penna nera sul lato sinistro. Questo elemento, la penna nera, diventò presto un segno di riconoscimento e orgoglio per gli Alpini.
Simboleggia abilità, coraggio e prestigio guadagnati attraverso il servizio sulle montagne (per identificare gli ufficiali superiori si stabilì di guarnire il cappello con una penna bianca).
La “bombetta” rappresenta non solo un indumento pratico per proteggere la testa dai rigori del clima alpino, ma anche un simbolo di identità e tradizione per gli Alpini. Indossare la “bombetta” significa portare con sé la storia e il valore di un Corpo militare con una lunga tradizione di servizio sulle montagne italiane.
Oltre al suo significato simbolico, la “bombetta” ha anche una funzione pratica. Grazie alla sua forma compatta e alla sua resistenza, è adatta per affrontare le condizioni difficili e variabili dell’ambiente alpino. È diventata un’icona riconoscibile non solo all’interno delle forze armate italiane, ma anche nella cultura popolare, simboleggiando il coraggio, la determinazione e l’orgoglio degli Alpini.
Il logo degli alpini
Ma non è solo il cappello a caratterizzare la divisa degli Alpini.
Il logo degli Alpini è un’icona di potenza e audacia. Esso raffigura un’aquila ad ali spiegate sormontata da una corona reale, appoggiata su una cornetta sovrapposta a due fucili incrociati e contornata da una scure e una piccozza, con rami di quercia e di alloro. Questo simbolo incarna la potenza e l’audacia del Corpo degli Alpini, rappresentando anche il legame stretto con la montagna e le sue sfide.
Oltre ai simboli principali, la divisa degli Alpini è arricchita da dettagli significativi. Le nappine sul cappello della truppa, che cambiano colore a seconda dei battaglioni, rappresentano un legame profondo tra gli Alpini e le loro unità. Le “Fiamme Verdi”, introdotte nel 1883, sono un altro elemento distintivo, che simboleggia la fanteria alpina e l’artiglieria da montagna.
Il motto
I motti degli Alpini rappresentano simboli di coraggio, determinazione e spirito di corpo.
Tra questi, forse i più noti sono “Di qui non si passa!” e “Più salgo, più valgo!”.
Uno spirito indomabile che incarna tutta la tenacia e la risolutezza di chi aveva il compito di difendere le montagne italiane.
I motti ancora oggi, rappresentano un potente simbolo: ogni reggimento, battaglione o unità può scegliere il proprio affinché, tramandato di generazione in generazione, rafforzi l’identità degli Gruppo nel compiere il suo dovere con onore e dedizione.
“<<Ossola!>>
Questo grido negli anni è diventato la firma della Fanfara Alpini di Domodossola dopo il <<rompere le righe>> di ogni sfilata.
Ora tutti sanno da vengono gli Alpini dell’Ossola.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
Il Corpo Alpini: cosa fanno oggi
Ma gli Alpini non sono solo soldati: mantengono viva una tradizione di solidarietà e servizio verso la comunità. La loro storia e il loro spirito di corpo sono celebrati attraverso eventi, raduni e commemorazioni, che alimentano il senso di appartenenza e di orgoglio nella propria eredità culturale e storica.
L’impegno degli Alpini non si limita al campo militare: sono sempre stati in prima linea durante le emergenze e le catastrofi naturali. Dagli incendi alle alluvioni, dai terremoti alle eccezionali nevicate, gli Alpini sono stati un faro di speranza e soccorso per le popolazioni colpite. Le loro squadre di soccorso alpino, di pronto intervento e di assistenza si distinguono per la loro prontezza e professionalità nel salvare vite umane e alleviare le sofferenze.
Inoltre, l’impegno degli Alpini si estende anche al volontariato e all’assistenza sociale. Gruppi di donatori di sangue e di organi, squadre ecologiche, squadre di restauro di chiesette e monumenti ai caduti, unità preposte alla manutenzione delle infrastrutture montane.
Tutti questi sforzi testimoniano l’impegno costante degli Alpini nel servire la comunità e nel rispondere con generosità alle esigenze della società.
In un mondo sempre più complesso e mutevole, gli Alpini rimangono un faro di luce e speranza, un esempio vivente di altruismo, coraggio e sacrificio. La loro presenza nei momenti drammatici dell’emergenza, la loro vicinanza alle popolazioni colpite da calamità e il loro impegno quotidiano nel servire la comunità sono un unico filo conduttore che unisce passato, presente e futuro, rendendo gli Alpini un simbolo di valore e solidarietà che continua a brillare nel cuore dell’Italia.
Il restauro dei fortini militari
La valorizzazione dei fortini militari ad opera degli Alpini della Valle Bognanco, rappresenta una di queste testimonianze tangibili.
Costruiti tra le due guerre mondiali dal celebre Battaglione Intra, questi avamposti rinforzati furono pensati come punto strategico per la difesa e l’addestramento delle truppe in alta montagna.
I fortini, realizzati con lastre di pietra in piode sovrapposte ad incastro, offrivano rifugio agli Alpini durante lunghe giornate di appostamento, fornendo loro le necessarie provviste e copertura. Grazie al restauro effettuato nel 2021 dalla sezione Alpini di Bognanco, con la collaborazione della Protezione Civile e dei cittadini locali, questi siti sono stati riportati al loro antico splendore.
Il lavoro di ripristino ha coinvolto quattro delle sei postazioni, rendendo nuovamente accessibili e sicure le aree una volta nascoste dal deposito di detriti e dalla vegetazione rigogliosa. Oltre al restauro delle barricate, la quinta postazione, conosciuta come “di controllo” per la sua straordinaria vista panoramica sulla valle, è stata particolarmente valorizzata.

Oggi, i sentieri che attraversano questi luoghi offrono agli escursionisti l’opportunità di immergersi nella storia della valle, riscoprendo le gesta eroiche degli Alpini e l’amore della comunità locale per il proprio patrimonio storico e culturale.
Leggi anche: Trekking nella storia dei fortini militari in Val Bognanco

“Si è Alpini per sempre.
Poi nascono un’amicizia e un rispetto che rendono il gruppo una grande famiglia.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
Le Adunate Nazionali
“Il bello delle adunate è “invadere” la città in modo pacifico e fare festa insieme. È come tornare indietro nel tempo a quando eravamo in caserma.”
Giuseppe Pellanda, Capogruppo Alpini Bognanco
La Prima Guerra Mondiale ha riportato in Patria medaglie ma anche lacrime, che nel 1920, sul Monte Ortigara, hanno assunto un significato carico di coraggio, unione e fratellanza.
La prima Adunata Nazionale degli Alpini si svolse proprio lì, il 6 settembre, e da quell’anno divenne uno degli eventi sociali e tradizionali più significativo e sentito dal Corpo degli Alpini e dagli Italiani.
Durante la Prima Guerra Mondiale, il Monte Ortigara fu teatro di una delle battaglie più sanguinose combattute dagli Alpini. La scelta di questo luogo per la prima adunata aveva un valore simbolico profondo: commemorare il sacrificio di migliaia di Alpini che avevano dato la vita per la patria. L’evento richiamò numerosi partecipanti e stabilì un precedente per tutte le future adunate.
Da quella prima storica adunata, le Adunate Nazionali degli Alpini si sono svolte ogni anno, diventando un appuntamento fisso del nostro calendario.
Questi raduni annuali avvengono in diverse città italiane, permettendo così a tutto il Paese di partecipare e onorare gli Alpini.
Sono molto più di semplici incontri: sono momenti di commemorazione, celebrazione e rafforzamento del legame tra gli Alpini e la società civile, trasmettendo alle nuove generazioni l’importanza del loro impegno e del loro sacrificio.
Sono un’occasione per rivivere la storia, onorare i caduti e riaffermare i valori di coraggio, solidarietà e fratellanza, per apprezzare il presente e guardare al futuro con rinnovato spirito di unità e determinazione,
Le Fanfare degli Alpini
Le adunate sono caratterizzate da una serie di eventi solenni e festosi. Le cerimonie commemorative, come la deposizione di corone di fiori e i discorsi ufficiali, sono momenti di grande emozione e riflessione.

Crediti: Alberto Bombardini
Le sfilate, con gli Alpini in uniforme che marciano per le strade della città ospitante, sono uno degli eventi più attesi e spettacolari. Accanto a questi momenti solenni, vi sono anche eventi culturali, sportivi e di intrattenimento, come concerti di fanfare, mostre storiche e competizioni di vario genere, che coinvolgono non solo gli Alpini ma anche le comunità locali.
Le fanfare, in particolare, sono bande musicali militari composte da musicisti appartenenti al Corpo degli Alpini.
Così come le divise, i motti ed i canti, le fanfare sono diventate parte integrante delle cerimonie ufficiale, con esibizioni di marce e musiche militari.
Le fanfare sono riconosciute per la loro disciplina, la precisione delle loro esecuzioni e la capacità di trasmettere lo spirito e i valori degli Alpini attraverso la musica.

Crediti: Alberto Bombardini
La 95ª Adunata, Vicenza 2024
L’ultima Adunata Nazionale degli Alpini, la 95ª, si è svolta a Vicenza dal 12 al 14 maggio 2024. Questo evento ha visto una partecipazione straordinaria, con oltre 100.000 Alpini e quasi mezzo milione di visitatori che hanno affollato le strade della città.
Vicenza, città con una ricca storia alpina, per tre giorni ha visto puntare al cielo le sue Penne Nere, con eventi che hanno reso questa adunata particolarmente memorabile.

Crediti: Alberto Bombardini
Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
C’è una lunga, c’è una lunga penna nera
Che a noi serve, che a noi serve da bandiera
Su pei monti, su pei monti a guerreggiar.
La Penna Nera, canto degli Alpini
Reparti in servizio, veterani, gruppi storici e rappresentanze internazionali: le cerimonie commemorative hanno unito momenti di raccoglimento e omaggi ai caduti, tributi speciali ai soldati del Monte Ortigara e di altre battaglie storiche.
L’adunata ha incluso anche eventi culturali e sportivi, come mostre storiche, concerti di fanfare alpine, competizioni di tiro e marce in montagna.
Un vibrante tributo alla storia, al sacrificio e ai valori che gli Alpini rappresentano.
Perché, come recita uno dei loro motti, “Di qui non si passa!”, gli Alpini continuano a rappresentare una barriera inespugnabile di coraggio e dedizione.
Che il loro esempio possa sempre ispirare e guidare le nuove generazioni verso un futuro di pace e solidarietà.
Bella Italia devi esser fiera
dei tuoi baldi e fieri Alpini
che ti dànno i tuoi confini
ricacciando lo stranier
Monte Nero, canto degli Alpini
La Repubblica dell’Ossola e la tradizione Alpina
Lungo il tessuto storico dell’Italia settentrionale si snoda la storia affascinante della Repubblica dell’Ossola, un’entità politica autonoma che riuscì per mesi a reagire al pesante momento storico della guerra in corso.
Situata tra le vette delle Alpi, l’Ossola ha da sempre rappresentato un crocevia di culture e un baluardo di indipendenza.
La Repubblica dell’Ossola
Nel 1944, durante gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, l’Ossola tornò a essere al centro della storia italiana. Fu qui che, sotto la spinta della resistenza partigiana e con il supporto degli Alleati, nacque una breve ma significativa esperienza di autogoverno.
La Repubblica dell’Ossola o Repubblica Partigiana dell’Ossola e i suoi “quaranta giorni di libertà”.
Questo breve intermezzo di autonomia diede voce al desiderio di libertà e autodeterminazione della popolazione locale che vide nascere l’istituzione di una Giunta provvisoria di Governo di Domodossola e della zona liberata (G.P.G.), tanto da ispirare la futura Costituzione Italiana per i suoi valori democratici.
Gli Alpini dell’Ossola
Nell’ambito di questa ricca storia si inserisce la tradizione degli Alpini dell’Ossola, protagonisti indiscussi della difesa del territorio e dei valori patriottici. Le montagne che circondano l’Ossola hanno formato uomini e donne coraggiosi, pronti a difendere il proprio paese in ogni momento di bisogno. Le Sezioni degli Alpini presenti in questa regione hanno mantenuto viva questa eredità, promuovendo i valori di solidarietà, sacrificio e amore per la propria terra.
La Fanfara Alpina Ossolana
Non si può, poi, non citare la Fanfara Alpina Ossolana, divenuta un’istituzione musicale con radici profonde nella comunità ossolana.

Crediti: Alberto Bombardini
La Fanfara Ossolana, nata ufficialmente nella primavera del 1975, rappresenta un’importante istituzione musicale e culturale della comunità ossolana.
Fu fondata con l’intento principale di accompagnare la sfilata della Sezione di Domodossola alle Adunate Nazionali degli Alpini.
L’idea era di creare una banda composta da alpini ossolani in congedo.
Prese forma grazie all’iniziativa del Maestro Gian Carlo Pellanda di Bognanco, del Maestro Palmino Stefanoni di Domodossola e di Luciano Baratta, all’epoca Vice Presidente Sezionale e fu ufficialmente battezzata durante l’Adunata nazionale di Padova nel maggio del 1976.
L’attività della Fanfara Alpina Ossolana si è costantemente sviluppata nel corso degli anni, accompagnando i momenti salienti della vita della Sezione di Domodossola e dei Gruppi Alpini della Valdossola.
Non si è limitata alla partecipazione agli eventi locali, ma ha esteso la propria presenza anche in altre regioni d’Italia e in Svizzera.
Oggi, la Fanfara Alpina Ossolana è parte integrante della Sezione di Domodossola dell’Associazione Nazionale Alpini. Con una sede propria all’interno della “Casa dell’Alpino Ossolano”, conta su un organico di 50 elementi provenienti da diverse bande musicali della zona.
Il suo repertorio si adatta alle varie circostanze, spaziando dalle marce militari alle esecuzioni più tipicamente concertistiche tra cui la sua più famosa è senza dubbio “Il Carosello”.

3 risposte
buon giorno,
quali sono i prossimi appuntamenti della fanfara alpina ossolana? Non sempre riesco a sapere in
anticipo i vostri impegni. Ci terrei tanto, provenendo io stesso dalla SMALP di Aosta. Grazie
Antonio, per non perdere i prossimi eventi della fanfara alpina ossolana, le consigliamo di rimanere aggiornato tramite il sito ufficiale Associazione Nazionale Alpini al seguente link: https://www.anadomodossola.it/
Antonio abbiamo novità: il 26 Ottobre ci sarà la Festa Annuale della Fanfara Alpina Ossolana a Baveno! Speriamo di esserle stati d’aiuto.