Il 12 dicembre 1954 nasceva la Decima Delegazione Valdossola, un gruppo di veri uomini di montagna, un corpo di volontari esperti di territori impervi e ostili, al servizio di tutti coloro che proprio quei territori di montagna dovevano avere il diritto di poter vivere in sicurezza.
A pochi giorni dal 12 dicembre 2024, la delegazione Valdossola del CNSAS, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, è tornata dove 70 anni prima nasceva ai piedi della Funivia di Bognanco, per celebrare l’anniversario della propria fondazione.
La Val Bognanco ha così accolto Domenica 17 novembre i volontari del Soccorso Alpino in un “Convegno sulla solidarietà alpina e sull’evoluzione degli interventi in montagna. Uomini, tecniche e organizzazioni”.
Questa è la storia di quelle evoluzioni, dal 1954 ad oggi, una storia che si intreccia con la nascita della Decima Delegazione Valdossola e con la figura di un giornalista, scrittore e storico tra i più noti dell’Ossola: Paolo Bologna.
Una giornata “in salita”, per ricordare come la profonda conoscenza abbia potuto portare, 70 anni fa, a due delle più grandi conquiste montane della storia italiana: la nascita del Soccorso Alpino e la cima del K2.
70 anni di storia della Decima Delegazione Valdossola
La storia della Delegazione Valdossola del Soccorso Alpino si intreccia con una montagna che da sempre parla di solidarietà.
“Suonava la campana. Solitamente il prete o il sacrista: bastava quello e tutti davano una mano.”
Giulio Frangioni, Vicepresidente Soccorso Alpino Regionale Piemontese, racconta la montagna di un tempo, quella delle valli dove la solidarietà non si annunciava ma si faceva.
Prima del 1954, non c’era un’organizzazione vera e propria, più qualcosa di naturale e autonomo da parte dei valligiani.
Il 12 dicembre 1954, ai piedi della funivia di Bognanco nacque la Decima Delegazione Valdossola, un piccolo nucleo di uomini di montagna sotto il cappello del CAI, club Alpino Italiano.
“Oggi è una cosa che diamo per scontato, ma prima di scontato non c’era niente.”
I numeri oggi fanno impressione: da dieci interventi all’anno nel 1954 ai quasi 300 di oggi.
Percentualmente gli interventi di successo sono tanti di più: negli anni ‘50 si era in grado soprattutto di organizzare il trasporto della persona, oggi ci sono invece squadre tecniche ed esperte per dare una risposta medica immediata.
Ma lo spirito è rimasto. “Settant’anni di evoluzione non hanno cambiato il cuore del nostro lavoro. Rimaniamo volontari, un gruppo che si mette insieme per risolvere un problema.”
“Questo è un aneddoto mio: non siamo tanti abituati a fare festa, questi 70 anni per noi sono stati proprio un evento. L’ultima volta che ricordo era per il 50esimo.”
Ci ha detto Giulio, parole che ci hanno subito ricordato lo slogan celebrativo:
“Esserci, da 70 anni.”
Gli appunti di Paolo Bologna, fondatore della Decima Delegazione Valdossola
Paolo Bologna fu scrittore, storico, giornalista e grande uomo di montagna. Ricevette lui, quando ero segretario della SEO-CAI di Domodossola l’incarico dalla Direzione Nazionale del CAI di organizzare il Soccorso Alpino in Valdossola.
“Ci hanno tirato fuori da lì.”
Carlo Bologna, figlio di Paolo, proprio lì dove il padre aveva dato vita, nel 1954, alla Delegazione Valdossola, ricorda una sua frase che gli era rimasta impressa.
L’aveva sentita per la prima volta da ragazzo, ma per Paolo Bologna, quelle parole avevano radici lontane.
Ottobre 1944. A 16 anni, Paolo si trovava sulla Linea Cadorna, nei giorni della battaglia di Migiandone. Era con i partigiani esperti, quelli che conoscevano ogni sentiero, ogni anfratto, e stava cercando di scappare perché completamente circondato dal nemico.
Parlava poco di quegli anni, ma quella frase, “ci hanno tirato fuori da lì”, sembrava quasi il suo modo per anticipare ciò che avrebbe costruito in futuro, a conferma che l’esperienza in montagna salva.
“Non fu un grande alpinista, ma un grande uomo di montagna che ha saputo cogliere i cambiamenti che stavano avvenendo.”
Paolo Crosa Lenz, scrittore, giornalista e alpinista
“Amava ascoltare più che parlare. Era una persona molto pubblica ma amava poco parlare di sé.”
Carlo Bologna, figlio di Paolo
Ciò che fece cambiò per sempre il mondo della montagna ossolana.
Due le sue intuizioni: la fusione del CAI di Domodossola con la Società Escursionisti Ossolana e la nascita della Delegazione Valdossola del Soccorso Alpino.
“Fu un capolavoro: si trattò di una grande capacità di relazione per mettere insieme dal niente le prime 7 stazioni.”
Paolo Crosa Lenz, scrittore, giornalista e alpinista
Carlo conserva i suoi libretti del CAI, dove Paolo annotava tutto. Ogni escursione, ogni salita, ogni giornata passata tra le montagne.
“Non c’era Natale o Pasqua che potesse fermarlo. Salivano in bici da Domodossola, poi a piedi. La montagna era la sua vita.”
Tra tutte, c’era un luogo che amava più degli altri: la Val Bognanco.
Fino al 1979, Paolo Bologna annotò tutto.
Carlo ha sfogliato e raccontato quei ricordi, riconoscendo un padre che forse ha preferito lasciare che fosse la montagna a raccontare la sua storia.
“Se fosse qui, oggi direbbe solo grazie. Per questi 70 anni, e quelli che verranno.”