Una valle di pietra: i muri a secco
L’antico borgo di Ca’ Monsignore
Tra ciottoli e selciato, case, forni e chiese, muri a secco o con malta, carrozzabile o edificabile: la pietra è stata protagonista di un capitolo importante della storia della Val Bognanco.
La classica casa di montagna, con la semplicità e il fascino del legame tra uomo e natura, non trova in Val Bognanco eccezione. La pietra, infatti, per secoli è stata l’angolo portante su cui costruire le proprie case, su cui sfoggiare il campanile della propria chiesa e sul quale erigere i ponti carrozzabili. Impresso tra le sue rocce, sul campanile di San Lorenzo, è ancora osservabile quel palmo costruttore simbolo del rapporto tra uomo e valle, tra uomo e pietra.
Esempio storico, incontaminato e puro, è il piccolo borgo di Ca’ Monsignore, isolato insieme di abitazioni che racconta ancora oggi l’importanza della sua architettura di ieri. La sua costruzione ci riporta ai secoli 17esimo e 18esimo, gli ingredienti sopra descritti ci sono tutti. La famiglia fondatrice, di fede protestante, rinuncia soltanto ad una chiesa cattolica, preferendo un’abitazione comune adibita a luogo di ritrovo e preghiera collettiva.
Muri a secco e tetti in piode
Sono proprio le case in pietra, in particolare le tecniche costruttive e la solidità di quell’architettura a raccontarci il ruolo della pietra come materia prima. Presente in abbondanza in valle era, infatti, lo strumento più indicato per ogni scopo: abitazioni, terrazzamenti, sentieri e ponti. La materia piuttosto grezza era lavorata fino ad ottenere piastrelle piatte e sovrapponibili: la losa, tegole per la costruzione appunto dei tradizionali tetti in piode. La tecnica di costruzione più diffusa era infatti l’incastro a secco, raramente coadiuvato dall’utilizzo di malta ricavata dalla sabbia. Ancora più sporadico l’uso di intonaco esterno.
Nonostante l’assenza di collante, la precisione e la struttura delle pareti permettevano non solo di costruire abitazioni estremamente solide, ma anche di scaricare il peso dei tetti lungo la fiancata, raramente pianeggiante, “incastonando” saldamente la casa al terreno.
La conformazione di quest’ultimo, poi, unita al pendio della valle, rendeva complicata la costruzione in piano, sia a scopo abitativo, sia per le coltivazioni. Le seconde trovavano soluzione nel terrazzamento, il primo, invece, in una disposizione trasversale dei piani di costruzione. Le case venivano infatti orientate perpendicolarmente alla pendenza, arginata proprio grazie al peso della pietra scaricato direttamente sul suolo.
Si sa, lo scorrere del tempo è impossibile da fermare.
Nonostante ciò, nonostante le impronte lasciate da due secoli e da generazioni di famiglie che in Ca’ Monsignore hanno trovato la propria dimora, il piccolo borgo racconta ai camminatori, che ancora oggi percorrono la valle, la storia della sua pietra e di come uomo e montagna hanno trovato il loro equilibrio.
2 risposte
La pietra, e il legno, servivono per costruire e arredare , e le foto, fatte delle case della val Bognanco sono fantastiche, ancora complimenti