“La Perla del Rosa non è solo fango”: l’alluvione di Macugnaga

L’alluvione di Macugnaga

Nello stesso mese in cui una frana ha prima travolto, e poi isolato, l’intera Valle Bognanco, l’acqua ha messo nuovamente in ginocchio una valle sorella.

Questo si direbbe della natura per ciò che ha fatto nell’estate appena trascorsa, qualcosa di “mai visto” come ci confessano voci preoccupate e impotenti di fronte all’alluvione di Macugnaga.

Il 30 maggio usciva il nostro reportage sulla frana di Bognanco, la cronaca completa di ciò che piogge insistenti e a cui non eravamo abituati hanno provocato al pendio roccioso.

In quel progetto avevamo cercato di non riportare soltanto i fatti: ci aveva mossi il desiderio di raccontare un territorio che non era soltanto ciò che gli accadeva.

Volevamo arrivare al cuore di chi leggeva o guardava le nostre storie, attraverso il cuore di chi la Valle la vive, e stava attraversando quel particolare momento.

È lì che abbiamo conosciuto meglio, e forse per la prima volta, quella famosa “gente di montagna” che raccontiamo ormai da anni. 

Esattamente un mese dopo, l’acqua ha esondato dalle sponde che per anni contenevano il torrente Anza e Tambach, i corsi d’acqua che attraversano Macugnaga, la “perla del Monte Rosa”.

Nasce così “La Perla del Rosa non è solo fango”, dalla voglia di svelare l’anima di un territorio e della sua gente per non permettere ad un disastro di nasconderne le bellezze.

L’alluvione

“Non avevo mai visto una cosa simile.”

La notte del 29 giugno l’allarme è scattato a mezzanotte; l’acqua però aveva già allagato cantine e invaso strade da quasi un’ora e mezza.

I due torrenti che attraversano il paese, l’Anza e il Tambach, in seguito alle forti precipitazioni hanno raccolto materiale da monte, gonfiandosi fino ad esondare.

La forza dell’acqua non si è fermata nemmeno davanti a rocce e massi che in poco tempo hanno completamente riempito l’alveo.

Il torrente per ore e ore ha iniziato a serpeggiare tra le case, trascinando ciò che si trovava sul suo nuovo corso, e riempiendo il resto.

“Con la luce del mattino cominciano a venire fuori tutti i grossi problemi del disastro di questa notte.”

I danni non si calcolano nemmeno.

Il paese è rimasto senza servizi (luce, acqua e gas), senza una strada e per tanti senza attività o senza casa.

“L’alluvione ha tirato fuori il Walser che c’è in noi. In 7 giorni le attività erano riaperte.”

Ciò che, però, abbiamo vissuto percorrendo quelle vie prima sommerse, è che i danni non si calcolavano per scelta.

“Questa alluvione ci ha dato la possibilità di far vedere chi sono i macugnaghesi: ogni tanto un po’ chiusi ma con tanto da dare.”

Forse è questa la vera storia dell’alluvione di Macugnaga, quella che hanno vissuto loro.

Abbiamo deciso di raccontare questa storia non per ri-portare l’alluvione, ma per ripartire.

Il futuro di Macugnaga

Alessandro Bonacci, Sindaco di Macugnaga

Per un piccolo paese che vive di turismo, ciò che è successo a Macugnaga prima travolge e poi sommerge anche la normalità.

Ripartire non sempre è facile quando non solo le case, ma anche la quotidianità di ognuno perde le proprie fondamenta, non solo i torrenti, ma anche la normalità non ha più alvei.

alluvione di macugnaga storia di bonacci

È qui, però, che si mostra la vera identità di un territorio, che riparte dalle proprie unicità e autenticità.

Abbiamo conosciuto il sindaco di Macugnaga per farci raccontare quali sono le unicità del paese, e dimenticare per un attimo cosa è accaduto.

Con il sindaco di Macugnaga Alessandro Bonacci abbiamo scoperto perché è “Perla del Rosa”.

È da qui che riparte la città, dalla parete mattutina che non incanta solo i turisti, ma che dopo anni ammalia le persone che la vedono ogni giorno.

“Il prossimo turismo sarà un futuro più legato all’ambiente e alla natura.”

Promuovere il proprio paese

Maria Cecilia Borgonovi – Ufficio Informazioni Turistiche

Cecilia ha sempre vissuto a Macugnaga, ha scelto di crescere qui i suoi bambini e lavora per promuovere il suo paese.

Con lei abbiamo approfondito il turismo in valle Anzasca, tra natura, benessere e sport, e cultura walser.

alluvione di macugnaga storia di cecilia

Le abbiamo chiesto qual è la differenza tra lavorare nel proprio paese, e lavorare per il proprio paese: ne è emersa una storia di passione e amore.

“Promuovo il mio paese perché lo amo. Vivo qui da sempre. Macugnaga ha tirato fuori quella parte di Walser che c’è in noi.”

Il bello di fare sport in natura…

Filippo Besozzi – Comprensorio Sciistico Macugnaga

Abbiamo incontrato Filippo ai piedi del suo comprensorio sciistico, proprio dove l’acqua si è ritirata lasciando sul prato profondi squarci, riempiti da rocce e massi.

Con lui abbiamo provato ad alzare lo sguardo per un attimo, per rivolgerlo alle emozioni che la bellezza della natura regala in questi ambienti di montagna.

alluvione di macugnaga storia di filippo

Abbiamo parlato di sport, tra piste e impianti, abbracciati dallo scenario di quelle pareti che tutte le mattine si colorano di rosa.

“Penso che una delle cose uniche sia il paesaggio in cui ci troviamo. Quando il Rosa poi diventa del suo colore…”

…con rispetto e il giusto equipaggiamento 

Clarissa e Paolo, Davide e Maria Pia – Shranz Sport e Rabogliatti Sport

La natura sa mostrarsi bella ma anche dura, fredda ed imprevedibile.

Per chi vive di natura, avvicinando ogni giorno il turista a questo incontro, cosa cambia dopo un evento simile?

Questa è la domanda che abbiamo posto a due storiche attività così duramente colpite dall’alluvione: Shranz Sport e Rabogliatti Sport.

alluvione di macugnaga storia di clarissa e paolo
alluvione di macugnaga storia di davide e maria pia

Clarissa, Paolo, Davide e Maria Pia e hanno visto passargli davanti una vita di sacrifici e non hanno potuto che ricordare l’immagine di quegli scarponi che galleggiavano. 

“È vero che la natura ha creato un grosso danno, ma siamo gente di montagna e amiamo la nostra montagna. Abbiamo ancora un grande rispetto per lei.

“Più che portato via, ci ha portato. È bello condividere queste emozioni con chi viene.”

Il bello di lavorare all’alba 

Stephen Iacchini – Edicola di paese

Stephen apre la propria edicola tutti i giorni, da 44 anni.

“La mattina è stupendo: so quasi l’orario di cui viene a prendere il giornale. Se poi c’è il “Rosa” rosa…”

“Deve tornare com’era prima. Però ce la facciamo lo stesso.”

alluvione di macugnaga storia di stephen

La sua edicola si trova proprio in mezzo ai due torrenti, il suo giardino era diventato parte del nuovo letto del fiume in piena.

Ma si trova anche ai piedi del Rosa, la parte più bella del suo lavoro quando, tutte le mattine si alza e aspetta di vedere l’alba disegnarsi sul versante arancione.

I giovani di Macugnaga

Oscar Tonietti

Ci era giunto all’orecchio di un ragazzo che il giorno prima aveva passato l’esame di maturità, e aspettava solo di festeggiare l’inizio dell’estate con i suoi amici al pub del paese, il Senner.

alluvione di macugnaga storia di oscar

Il giorno dopo, nello stesso pub, Oscar si è ritrovato al bancone a ripulire gli spillatori dal fango del torrente che la notte prima aveva invaso il locale fino al soffitto.

“Dopo la maturità sarebbe stato bello festeggiare…però ho deciso di dare una mano. Mi è piaciuto vedere che tutti si sono rimboccati le maniche.”

Una comunità di montagna

Ginevra Zanussi – Senner Pub

“Sono orgogliosa, li ho visti crescere e ne abbiamo educati tanti. Questo posto dà la possibilità ai ragazzi di ri-trovarsi.”

Il Senner Pub è sicuramente l’attività che più di tutte è stata colpita.

L’alluvione ha riempito interamente il locale, permeato il bancone, riempito di fango dove prima c’era birra.

alluvione di macugnaga storia di ginevra

Ginevra ci ha raccontato di quanto, gli stessi giovani che cercano di riunire, divertire ed educare nel proprio locale, li abbiamo aiutati a ripartire: il suo orgoglio più grande.

Ecco cos’è una comunità di montagna.

“Questa alluvione ci ha dato la possibilità di far vedere chi sono i macugnaghesi: ogni tanto un po’ chiusi ma con tanto da dare.

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