Un Documentario sulla vita del pescatore
“Di generazione in generazione, tramandare, passarsi qualcosa.”
Raccontare una tradizione fortemente radicata in un territorio, mostrare il sacrificio e la passione di un lavoro che scorre nelle vene di una famiglia da generazioni.
“Quello della pesca più che un lavoro è una missione, tu vivi per questo.”
Parla di questo “Acqua dolce – Il pescatore del Lago Maggiore”: un Documentario girato a 30 nodi di velocità, su una piccola barca in mezzo al lago, dall’alba al mezzogiorno.
“Se hai in casa un pescatore è difficile che vai a fare un’altra cosa.
Papà faceva quello e tu dovevi fare quello.”
“Acqua dolce” è la storia di Stefano, di suo padre e di tutta l’isola. La storia dei pescatori del Lago Maggiore e di una di quelle sue giornate in cui abbiamo avuto l’onore di passarla con lui.
“Vedi te, quando sei qua in mezzo al lago cosa ti manca? Niente.”
Stefano è l’ultimo residente sull’Isola dei Pescatori, un isolotto calmo popolato da pochi pescatori e tanti vicoli da ricordare le “creuze” di De André.
“Come la vita nell’isola…nasci lì, e fai fatica ad andartene.”
In una di queste è nata la storia che vi stiamo per raccontare, in una di quelle che ancora portano il segno delle piene del Lago Maggiore, quando l’acqua saliva fino agli scalini delle case e bagnava dolcemente le reti appese ad asciugare posate dal padre la sera prima.
“Eravamo sulle 150 persone. La vita si svolgeva sulla riva dell’isola.”

Stefano aveva in mano una di quelle reti già all’alba, ma ci è bastato osservarlo in silenzio per qualche istante per capire che non le stava preparando per uscire in barca, le stava riavvolgendo perché era appena rientrato.

Le sue mani abili continuavano i movimenti ritmici anche quando il suo sguardo si alzava per squadrare noi, forestieri in un’isola di pochi, in cui tutti conoscono tutti.
Il suo è un mestiere per cui serve pazienza, e a cui serve dare costanza. Lui si vedeva che lo faceva da una vita.
“Acqua dolce”
Stefano è l’ultimo ramo di quel patrimonio genealogico che è l’Isola dei Pescatori, un sapere antico e una manualità fatta di freddo, di attese e di notti insonni.
La sua è una scelta di vita, quella di portare avanti le fatiche del padre, dei nonni e dei nonni dei nonni, quella di raccontare un mestiere che sta lentamente e inesorabilmente perdendo la sua meravigliosa autenticità, per preservarlo da un destino che si dimentica del suo valore.
“Acqua dolce” ha la pretesa di raccontare tutto questo, senza filtri, nella sua naturale bellezza, lontano dal caos della città, là dove la vita suona diversamente e il sole appena sorto riflette sulle piccole onde d’acqua dolce.
ll Documentario parla dell’uscita insieme ad un pescatore del Lago Maggiore, residente sull’Isola e attualmente l’ultimo a continuare questo lavoro.
Lo abbiamo seguito in mezzo al lago, sulla sua piccola barca colma di reti e di boe, dove ci ha portato nella sua vita e ci ha affascinato con il suo mondo. La posa delle reti e la loro raccolta, la pazienza e il rispetto per il pescato.

“Queste reti sono corso settimana scorsa a comprarle perchè le altre non montavano bene. Dietro c’è una passione.”

Nel silenzio del lago sono riaffiorati i ricordi del padre, una figura emozionante di altri tempi, un esempio che lo ha reso l’uomo che è oggi.
“Ti da tanti momenti per pensare questo lavoro.”
In un mondo che corre veloce e spesso dimentica le proprie radici, “Acqua dolce” ci ricorda quanto sia preziosa la memoria delle tradizioni. Non è solo la storia di Stefano, ma quella di tanti mestieri che rischiano di perdersi, portando con sé un sapere antico. Forse, il modo migliore per preservare queste storie è proprio raccontarle, affinché continuino a vivere oltre il tempo.
“Andiamo a prendere l’ultima?” Non gli abbiamo potuto che rispondere “sì!”.
“Acqua Dolce”, Il Documentario in anteprima giovedì 18 dicembre sull’Isola dei Pescatori.




