Un pò di novità –

Pochi sapranno che a Bognancodentro, massime a Graniga e più a Pizzanco, la neve dei giorni scorsi sorpassò i tre metri!

Dal 1888 in qua nessuno si ricorda di tanta abbondanza. 

Danni? Non ve ne furono, se si eccettua la perdita di sei capre travolte dalla valanga; e, ciò che fa sorridere, una grande quantità di camini scoperchiati!

Però è già vecchia…anzi il vento caldo di questi ultimi giorni ha già sgombrato quasi tutto.

E nessuno sa che a Bognanco sono stati assegnati dalla Commissione provinciale 220 chilogrammi di zucchero al mese, incominciando dal 15 corr. Finalmente! era ora di finirla di correre a Domo per comprare due etti di zucchero con due chili di caffè.

Un’altra volta provi lasciarsi vedere, chi ha strappato e buttato giù dalla strada mulattiera una delle croci-ricordo: riceverebbe un tal bel ricordo lui pure dagli interessati.

IL POPOLO DELL’OSSOLA n.1 05/01/1917

A volte per fare notizia bastava poco, se per poco si possono intendere 3 metri di neve.

Una nevicata che dal 1888 non si verificava sulle montagne ossolane.

Il primo numero del Popolo dell’Ossola rinvenuto nell’archivio storico della città di Domodossola racconta di questo, e anche di altre “piccole” novità.

La neve dopotutto non aveva fatto danni, se non sei capre disperse e qualche camino scoperchiato.

Il caldo (insolito) dei primi mesi dell’anno aveva sciolto in poco tempo buona parte dell’alta coperta di neve scesa.

La notizia che a noi difficilmente provoca di nuovo simile stupore sono i 220 chilogrammi di zucchero destinati a Bognanco.

Se compreso il contesto storico, però, l’articolo prende tutt’altro senso.

Bognanco stava infatti affrontando il primo conflitto mondiale e i rifornimenti di cibo, provenienti per la maggior parte da “Domo” (Domodossola) erano scarsi e soprattutto lontani.

La notizia di un carico così grande destinato alla valle non poteva che rallegrare l’animo dei bognanchesi.

Insomma, il Popolo dell’Ossola ci racconta di un inizio anno 1917 davvero curioso, parte di una dimensione che oggi possiamo solo immaginare proprio grazie a reperti storici come questo.