BOGNANCODENTRO. – Il telefono a San Lorenzo. (rit.) – Da quasi un mese funziona il telefono a San Lorenzo, ove già sonvi parecchi abbonati.
La popolazione ne è entusiasta, specialmente per la rapidità con cui furono eseguiti i lavori, e la quasi sorpresa fatta a chi non si aspettava tanto.
Di ciò va dato lode al Direttore dig. Butti, nonché all’amministrazione comunale che volle assicurata una comodità e una utilità al paese, e ciò prima di tutte le altre valli dell’Ossola.
Bognanco che ha tante relazioni specialmente coll’estero, per il numero grande di comunisti emigrati, e colà residenti, trova nel telefono un mezzo spiccio, economico, e comodo per tenersi collegati frequentemente colle persone che pur essendo distanti dal paese vi hanno interessi e relazioni. Auguriamoci che l’esempio di Valle Bognanco scuota l’apatia delle altre valli dell’Ossola.
L’OSSOLA N.40 04/10/1913
Ormai da un anno si sapeva del suo arrivo: il giornale l’Ossola ne aveva infatti anticipato l’installazione in un articolo del 1912 e il fermento dei bognanchesi era sempre più incontenibile. (Leggilo qui)
Il telefono è sicuramente una delle invenzioni a cui più si deve la rivoluzione tecnologica della nostra società, e a Bognanco, come testimonia questo documento d’archivio ritrovato presso la Biblioteca Comunale di Domodossola, arrivò prima del resto dell’Ossola.
Ma cos’era il telefono nei primi anni del ‘900?
Com’era fatto e come funzionava?
Il telefono nasce come strumento pubblico di comunicazione, per permettere lo scambio di informazioni tra due interlocutori anche a distanza.
La sua storia ha radici antiche.
Prima dell’invenzione dei telefoni elettromagnetici, esistevano dispositivi acustici meccanici per trasmettere la voce e la musica su distanze maggiori rispetto alla normale comunicazione diretta.
Uno di questi era il “telefono degli innamorati”, una lattina acustica del XIX secolo. Collegava due diaframmi con un filo teso, permettendo di comunicare a una distanza maggiore rispetto alla voce diretta.
Tuttavia, fu con l’arrivo del telefono elettrico che si giunse ad una svolta epocale, anche per la Valle piemontese di Bognanco.
Nel 1876, Alexander Graham Bell ottenne il primo brevetto per il telefono elettrico, aprendo la strada a una rivoluzione nella comunicazione.
In realtà già Antonio Meucci, un italiano, aveva già sviluppato un dispositivo telefonico nel 1849, e il francese Charles Bourseul aveva ideato un telefono nel 1854. Tuttavia, fu Bell a vincere il primo brevetto negli Stati Uniti.
I primi telefoni elettrici erano rudimentali, ma la loro portata superava di gran lunga quella dei dispositivi acustici.
Erano dispositivi ingombranti e costosi. Le persone si stupivano di poter parlare attraverso fili invisibili, e gli aneddoti su come funzionassero questi strumenti erano numerosi.
Ma potevano finalmente parlare a distanza, e il telefono divenne presto un simbolo di modernità e progresso.
Fra le prime città ad avere una rete telefonica ci furono anche Bergamo, Bologna, Bari, Ferrara e Venezia. Molte concessionarie erano emanazioni di compagnie straniere, come la Bell Telephone Company, la Western Electric o la Siemens.
Con la nazionalizzazione delle reti telefoniche del 1907, Bognanco diventò la prima valle dell’Ossola ad dotarsi di un apparecchio pubblico, dimostrando l’importanza che la comunità attribuiva all’investimento e al progresso sociale ed economico.
Come si legge in questo articolo, ora le persone possono comunicare con parenti lontani (“i comunisti all’esterno”), stabilire relazioni commerciali e rimanere in contatto con il mondo esterno.
Il telefono è diventato un ponte tra le montagne e il resto del mondo: “che questo esempio scuota anche le altre valli dell’Ossola dall’apatia e le ispiri a seguire l’esempio di questa comunità montana, abbracciando la modernità e la possibilità di comunicare a distanza.”