S.MARCO DI BOGNANCO
La rustica chiesa che raccoglie in un voto di fede il popolo montanaro abitante nella frazione di San Marco di di Bognanco, celebra in questi giorni il quarto centenario della sua erezione. L’avvenimento non interessa soltanto la popolazione, ma anche i villeggianti che affollano le rinomate Terme, per i quali la passeggiata a San Marco è uno dei quotidiani modesti diversi all’ozio forzato della cura, del soggiorno e del riposo, tanto più che il sentiero si svolge nella frescura dei boschi ed è ricco di nuovi e inattesi panorami.
La chiesa, quattro volte centenaria, domina il modestissimo abitato colla imponenza del suo campanile che svetta fra castagneti e che da lontano è l’unico segno visibile di un abitato e di una convivenza. Di modo che la chiesetta che ai profani si presenta in grande semplicità viene ora rivestendosi di una austerità tutta particolare, datale dalla patente di antichità che le conferiscono i quattrocento anni di vita.
Siamo andati ad attingere notizie da don Angelo Ferrari, nuovo parroco, solo da poche settimane venuto ad amministrare la parrocchia, succedendo a don Valentino Serena andato parroco ad Orta. Pur essendo giovane di età e di esperienza della parrocchia, ha già trovato modo di approfondire la storia della sua chiesa e di portare avanti il lavoro per la solenne celebrazione centenaria.
Per l’occasione, anzi, è stata fatta qualche innovazione nell’interno ed una rinfrescatura all’esterno, un nuovo tabernacolo di sicurezza, molto grazioso, gentile offerta dei parrocchiani e il rifacimento dell’antico pavimento dell’altare andato fuori uso per vetustà e tante altre piccole utili cose.
Era intenzione del nuovo parroco di esporre in una breve memoria tutto ciò che scaturisce dalla copiosa documentazione esistente nell’archivio della chiesa, ma non avendolo potuto fare, daremo notizie sommarie.
Il foglio di maggiore interesse è il Decreto di istituzione del Conte Giovanni Angelo Arcimboldo, Vescovo di Novara, e porta la data dell’agosto 1542.
Dallo stesso si apprende che prima San Marco dipendeva dalla parrocchia di Vagna (Domodossola), ma che per causa delle alluvioni e frane che spesso si verificavano ed anche per la notevole distanza fra i due abitati, non era possibile frequentare con regolarità le sacre funzioni. Per queste considerazioni il Vescovo Arcimboldo si indusse ad istituire la nuova parrocchia, autorizzando la costruzione di una nuova chiesa.
Assai rustica, senza uno stile definito, costruita con muri a secco e con tetto di piode, aveva però a lato un alto campanile, assai sviluppato in rapporto alla chiesuola che non superava la modesta mole dei comuni oratori.
Attorno a quel centro di fede sorse il piccolo borgo e molte generazioni vi trascorsero i tempi lieti e grami, sempre rendendo grazie a Dio che provvedeva alle loro modeste necessità.
Altri documento parlano di Filippo IV, Re di Spagna, sotto la giurisdizione del quale era stata posta anche la piccolissima parrocchia e fanno anche menzione di provvedimenti presi a carico di parrocchiani per ladrocini di castagne, di uva e taglio abusivo di fieno. Impartiscono giudiziose disposizioni per il bestiame e per i pascoli, già a quel tempo principale risorsa dei valligiani.
Molti documenti attestano anche, purtroppo, la forte rivalità istituitasi tra gli abitanti di San Marco e quelli della antica parrocchia di Vagna: ma queste cose non interessano allo scopo che ci siamo prefissi. Vi portiamo perciò a visitare la chiesa.
L’interno è assai di modesta apparenza pur essendo tenuto con cura amorosa dal Prevosto e dai fedeli. A sinistra della porta d’ingresso trovasi il sacrario, chiuso da porticina in ferro e con scolpito l’anno della sua sistemazione: 1958. È la testimonianza più antica esistente all’interno. Il battistero in legno, su piedistallo di pietra grezza, reca la data del 1660. Più avanti una Madonnina in marmo bianco dice che sin dal 1659 veglia sopra il borgo. Anche una cassetta delle elemosine, in legno, è del 1607. Dietro l’altare maggiore un quadro rappresenta San Marco con un grosso Vangelo in mano ed il leone sdraiato ai piedi. L’opera è pregevole e si ricava dagli atti che da ben 134 anni adorna la chiesa, ma l’autore è sconosciuto, Nell’architrave che sovrasta la sacrestia trovasi un’altra data: 1618. La porta è invece del 1780. Indubbiamente le date e le testimonianze più antiche sono andate distrutte. Il piccolo organo è stato costruito nel 1801 e costò 956 lire! L’antico soffitto non esiste più e la volta, rafforzata da chiavi trasversali in ferro, è stata rifatta nel 1819. Resta perciò assai menomata l’apparenza di antichità a causa di tutti questi rifacimenti e nemmeno può dirsi che sia rimasto avvantaggiato il senso di raccoglimento e di austera semplicità dei tempi lontani.
Anche i paramenti sacerdotali sono doviziosi e antichi, ma non si conosce la loro data di offerta o di acquisto.
Il nuovo parroco, pieno di fede e di entusiasmo, spera di poter stendere presto una diffusa memoria storica sulla sua chiesa e di fare una piccola mostra degli interessanti documenti. La ferma sua decisione traspare dalla vivacità degli occhi mobilissimi i quali ci assicurano anche che questi proponimenti saranno attuati e che l’antica chiesuola avrà ancora un buon pastore, colmo di zelo e di giovanile ardore.
Saremo lieti se, ritornando tra qualche anno, potremo illustrare meglio e più a fondo la storia di questo borgo di poche casette raccolte attorno alla sua antica chiesa, meta incessante di curiosità da parte dei molti lombardi e novaresi che frequentano le Terme di Bognanco.
(“Turismo”)
LA GAZZETTA N.85 03/11/1943
San Marco di Bognanco ha una storia millenaria e le pagine della Gazzetta ne hanno raccolta una parte.
Il numero 85 dell’anno 1943, ritrovato nell’archivio storico della Biblioteca di Domodossola, celebra il quarto centenario della chiesa del borgo, cuore della fede del popolo bognanchese.
Nel contesto di un’Italia in tumulto durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa emerge come simbolo di continuità e speranza.
La chiesa, eretta nel 1542 su iniziativa del Conte Giovanni Angelo Arcimboldo, Vescovo di Novara, rappresenta un baluardo di devozione e resistenza nel corso dei secoli. La sua architettura rustica, con campanile dominante, testimonia l’antichità che la circonda. Unitamente, il suo interno modesto conserva tracce di un passato ricco di testimonianze di fede.
In questo articolo si legge che il parroco Don Angelo Ferrari, arrivato da poco, si impegna nella conservazione e valorizzazione della storia della chiesa. Innovazioni e restauri recenti, come il nuovo tabernacolo e il rifacimento del pavimento dell’altare, rivelano l’impegno della comunità nel preservare il suo patrimonio spirituale e artistico.
Il Decreto del 1542, trovato nell’archivio della chiesa, narra della sua istituzione da parte del Vescovo Arcimboldo, a seguito delle difficoltà legate alle alluvioni e alla distanza dalla parrocchia di Vagna.
È così che la chiesa diventa il nucleo intorno a cui si svilupperà il borgo di San Marco.
Ed è grazie a questo numero che oggi possiamo conoscere episodi curiosi e dettagli mai rivelati. Alcuni risalenti addirittura al periodo di Filippo IV di Spagna, quando la piccola parrocchia era sotto la sua giurisdizione.
Documenti testimoniano rivalità con Vagna e questioni riguardanti il bestiame e i pascoli, riflettendo le sfide quotidiane della vita montana.
La visita all’interno svela elementi antichi, come il battistero del 1660 e la Madonnina del 1659, ma anche restauri successivi come l’organo del 1801.
In un periodo segnato dalla guerra, la Chiesa di San Marco rappresenta un faro di speranza e continuità. Un patrimonio che la comunità si impegna a preservare e valorizzare per il suo valore storico e artistico.
La storia di San Marco di Bognanco, intrisa di fede e tradizione, continua a essere un tesoro da custodire e condividere con le generazioni future.