VALBO HISTORY

20 Maggio 1925

Il lusso dell’Italia degli anni ’20

Nel 1925, mentre l’Italia postbellica cercava un nuovo equilibrio tra modernizzazione e memoria, la Valle Bognanco – con le sue sorgenti curative e il suo paesaggio alpino ancora intatto – gettava le basi di una vocazione turistica che avrebbe segnato il suo destino nei decenni successivi.

Due piccole inserzioni pubblicate sul giornale “Il Toce”, oggi gelosamente custodite nell’Archivio Valbo History, ci restituiscono uno spaccato autentico e rivelatore dell’ospitalità di inizio Novecento: un’ospitalità fatta di semplicità, ambizione e un’idea di benessere ancora lontana dagli standard contemporanei, ma non per questo meno affascinante.

Due annunci dell’epoca

È il 20 maggio del 1925 e sul giornale compare un annuncio secco, diretto, ma estremamente rivelatore:

BOGNANCO – Stagione Giugno-Settembre

Cercasi per albergo:

Signorina Dattilografa – Stiratrice – Caffettiera – Cantiniere – Dispensiere

Scrivere Tipografia del Giornale

La stagione termale si avvicina e le strutture ricettive si preparano ad accogliere i villeggianti. Ma per farlo, serve un’intera macchina umana di precisione: la dattilografa, incaricata forse di gestire prenotazioni e corrispondenza; la stiratrice, indispensabile per garantire il decoro dei bianchissimi corredi d’albergo; la caffettiera, il cantiniere, la dispensiera – ognuno con un ruolo chiave in una quotidianità scandita dalla cura del dettaglio. In un’epoca in cui l’ospitalità si basava sul lavoro manuale e su relazioni dirette, ogni figura era al centro di un sistema tanto silenzioso quanto fondamentale.

Pochi giorni dopo, il 3 giugno 1925, un’altra inserzione svela le ambizioni di Bognanco:

BOGNANCO – GRAND HOTEL TERME

Apertura Giugno – Settembre

20 minuti d’automobile da Domodossola

Trattamento signorile – Acqua corrente nelle camere – Scelta cucina – Garage chiuso a Boxes – Parco – Trattenimenti serali

Seguita da un altro annuncio:

CASA ANTONIOLI – BOGNANCO FONTI

Trattamento famigliare – Bigliardi – Concerti – Garage – Bagni

Soffermiamoci su quel dettaglio: “acqua corrente nelle camere”. In un’epoca in cui la rete idrica non raggiungeva ancora tutte le abitazioni, questo era davvero un segno di distinzione. Lo stesso vale per il garage a box, pensato per una clientela che arrivava in automobile, simbolo del progresso e del benessere borghese.

Il “trattamento signorile” evocava ambienti eleganti, porcellane discrete, e un’educazione al servizio che oggi definiremmo “d’altri tempi”. Ma anche il “trattamento famigliare” della Casa Antonioli aveva il suo pubblico: quello delle famiglie meno abbienti o dei turisti affezionati al clima semplice e cordiale delle pensioni alpine.

Il turismo termale prima del turismo di massa

Negli anni Venti, Bognanco era già nota per le sue acque minerali, famose per le proprietà digestive, diuretiche e toniche. La sorgente “Ausonia” – imbottigliata e distribuita anche fuori valle – attirava villeggianti, ma anche pazienti in cerca di cura. La stazione termale diventava così un luogo sospeso tra scienza, fede e riposo.

Il turismo, però, non era ancora quello di massa. Arrivare a Bognanco richiedeva tempo, mezzi e motivazione. La modernità faceva capolino, ma in punta di piedi: chi soggiornava nelle camere con acqua corrente lo raccontava poi ad amici e parenti come un’esperienza quasi futuristica. E la sera, mentre oggi cerchiamo Netflix o Spa, allora bastavano i concerti in salone o una partita a bigliardo per concludere degnamente la giornata.

Bognanco del 1925 era una valle in equilibrio tra modernità e identità locale. I villeggianti cercavano salute, silenzio e aria buona. Gli albergatori offrivano tutto il possibile per rendere memorabile l’esperienza: qualità nei pasti, personale selezionato, camere decorose, ma anche ritmi lenti e un contatto costante con la natura.

Dietro queste inserzioni c’è qualcosa di più grande: l’idea che anche una valle alpina potesse ambire al turismo di qualità, quando ancora non esistevano autostrade, pacchetti vacanze o influencer. Bastavano una dattilografa, un buon caffè e un rubinetto che funzionasse.

Quel lusso, oggi

Oggi, guardare a quegli anni ci offre una doppia lezione: da una parte, il valore dell’ingegno e della laboriosità delle comunità alpine; dall’altra, la consapevolezza che il concetto di benessere cambia nel tempo, ma resta sempre legato a ciò che di più autentico possiamo offrire.

Che fosse una camera con acqua corrente nel 1925, una seggiovia biposto nel 1951 o una passeggiata silenziosa nel 2025, Bognanco ha sempre saputo mettere al centro l’uomo, la natura e il tempo.

Ed è forse questo il vero lusso che ancora oggi possiamo permetterci.