Bognanco
I VENTIDUE LAGHETTI DELLA VAL BOGNANCO
Dobbiamo alla cortesia del Prevosto Don Ferrari di aver potuto prendere visione di due ampi studi di Vittorio Tonolli estratti dalle Memorie dell’Istituto Italiano di Idrobiologia.
In uno di essi, di grande interesse per il biologo, è studiato un piccolissimo essere vivente nelle acque chiare e dolci e fresche dei nostri numerosi laghi situati tra i 1600 ed i 2340 metri, e si giunge alla conclusione che Arctodiaptomus bacillifer si differenzia notevolmente vivendo nei vari laghi, senza che ciò possa essere attribuito alle condizioni geografiche, nè alla composizione chimica delle acque, quasi uguali in tutti i 10 laghi presi in esame.
Nell’altro di ben 82 pagine è una ampia descrizione della nostra vallata, che l’autore vede configurarsi a poco a poco così com’è attualmente. Qui rivede ghiacciai depositanti detriti di rocce, lì frane immense colmanti valloni, più in là acque scavantisi un letto… Ci fa assistere alla vita dei nostri laghi, una quarantina in origine, in parte ora stenti o vecchissimi.
A 22 fa salire i laghi vivi, cioè ancora con acqua pur essendo qualcuno di essi come lo Jank presso S. Bernardo, già tanto vecchio da essere ridotto ad uno stagno. Ecco i nomi dei viventi: Tre al Paíone, cinque a Campo, sei a Variola, uno a Ragozza, Oriaccia, Monscera, Agro, Andromia, Arza, Jani e Stracciugo.
Nè tutti sono segnati anche su carte dettagliate. I tre maggiori laghi sono: Paione inferiore con mc. 103.000 di acqua ed una profondità massima di 13 metri e mezzo; Campo IV mc. 79.500 profondità 7,40; Andromia mc. 73.000 profondità massima 5. metri.
Il più alto è il V lago di Campo (m, 2340), il più basso il decrepito Jani (m. 1606) ma la temperatura delle acque non è tanto in rapporto all’altitudine, quanto all’esposizione, superficie, capacità e velocità del ricambio idrico.
Lo studioso acutissimo, Tonolli, proseguirà le sue interessanti ricerche.
RISVEGLIO OSSOLANO N.9 03/03/1948
La valle delle cento cascate…e dei 40 laghetti
Un articolo apparso sul Risveglio Ossolano nel marzo 1948 riporta gli studi del ricercatore Vittorio Tonolli sui laghi della Val Bognanco, offrendo un affascinante spaccato della loro evoluzione e biodiversità. Attraverso due approfondite analisi pubblicate nelle Memorie dell’Istituto Italiano di Idrobiologia, Tonolli non solo descrive la conformazione della valle e i processi naturali che ne hanno modellato il paesaggio, ma svela anche dettagli sorprendenti sulla vita microscopica che abita queste acque cristalline.
Un patrimonio idrogeologico in Ossola
La Val Bognanco, oggi nota soprattutto per le sue fonti termali, nasconde tra le sue montagne un sistema lacustre di grande interesse scientifico e storico. In origine, i laghi erano circa quaranta, ma nel tempo molti di essi si sono ridotti, prosciugati o trasformati in stagni, lasciando oggi circa ventidue specchi d’acqua ancora “vivi”. Tra questi, il Lago di Paione inferiore, il più capiente, e il piccolo e ormai vecchio Lago Jani, a bassa quota, che si avvia a scomparire.
Uno degli aspetti più curiosi emersi dallo studio riguarda la presenza di Arctodiaptomus bacillifer, un minuscolo crostaceo che popola le acque dei laghi d’alta quota e che, pur vivendo in ambienti simili per composizione chimica e altitudine, presenta variazioni sorprendenti da un lago all’altro. Questo dettaglio suggerisce quanto ogni lago abbia una propria storia biologica, indipendente dalla sua posizione o dalle caratteristiche dell’acqua.
L’articolo del Risveglio Ossolano è particolarmente interessante perché collega il passato geologico della valle al suo presente: dalle antiche glaciazioni, che hanno scavato e modellato i bacini lacustri, fino alla lenta trasformazione di questi specchi d’acqua. È un viaggio nel tempo che ci permette di immaginare la valle com’era migliaia di anni fa, quando ghiacciai, frane e corsi d’acqua in continuo movimento definivano il paesaggio che oggi ammiriamo.
Questo studio si inserisce perfettamente nella lunga tradizione idrologica della Val Bognanco, già famosa per le sue acque minerali, sfruttate sin dal XIX secolo per le loro proprietà benefiche. Se le sorgenti termali hanno reso la valle nota al grande pubblico, i suoi laghi rappresentano un patrimonio naturale altrettanto prezioso, testimoni silenziosi di un equilibrio delicato tra il tempo, il clima e la vita che li abita.
L’indagine di Tonolli, con il suo sguardo acuto e scientifico, ci ricorda quanto sia importante conoscere e proteggere questi ambienti unici, che ancora oggi continuano a raccontare la storia millenaria della Val Bognanco.

