VALBO HISTORY

12 Settembre 1951

Eugenio Montale e il Premio Poesia

Premio Poesia Bognanco

Il concorso indetto dalla Società Acque e Terme di Bognanco con un premio di L. 500.000 per la migliore poesia illustrante le Terme, ha visto ben 446 concorrenti.

La Giuria, però, composta da Francesco Flora, Luciana Frassati, Ferdinando Giannessi, Eugenio Montale, Elio Vittorini, esaminate le opere, pur rilevando in talune i segni di alta dignità e consumata esperienza, non ha riscontrato in nessuna le qualità di concreto prestigio ritenute indispensabili per l’assegnazione del premio e di conseguenza non ha potuto assegnare il Premio indivisibile.

La Giuria ha chiesto alle Terme di Bognanco di poter disporre di una cifra pari a quella del premio per accompagnare con un riconoscimento talune segnalazioni.

Avendo la Direzione delle Terme liberalmente aderito, eliminando i nomi di autori già noti, per i quali la segnalazione sarebbe risultata sgradita, è stata suddivisa la somma disponibile fra i cinque inediti parsi meritevoli per i risultati di un impegno assolto con maturità e freschezza di voce.

Essi sono:

  • Ernesto Calzavara di Treviso;
  • Maria Carlucci di Roma; 
  • Elio Traversa di Tortona;
  • Emilio Tuminelli di Milano;
  • Rina Virgillito.

La Giuria, inoltre ha segnalato : come meritevoli di particolare menzione gli autori Bona di Torino, Doglio di Milano, Fontini di Firenze, Venturi di Viareggio.

RISVEGLIO OSSOLANO N.36

12/09/1951

Eugenio Montale: un gigante della poesia in Valle Bognanco

Nel panorama letterario italiano del Novecento, il nome di Eugenio Montale risplende come quello di uno dei più grandi poeti della nostra tradizione. Premio Nobel per la Letteratura nel 1975, Montale è stato un maestro della parola capace di esplorare le profondità dell’animo umano, intrecciando le sue riflessioni con i paesaggi naturali.

Nel settembre del 1951, la Valle Bognanco visse un momento di straordinaria connessione con il mondo della grande letteratura. La sua presenza come giurato al Premio di Poesia organizzato dalle Terme di Bognanco non è solo un episodio di cronaca culturale: rappresenta un momento di incontro tra il mondo dell’alta poesia e una valle alpina desiderosa di affermarsi come centro di cultura e benessere.

Il contesto culturale e storico del 1951

Il 1951 è un anno di grande fermento culturale in Italia. A sei anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il Paese è impegnato nella ricostruzione economica e sociale. In ambito letterario, si assiste a un rinnovato interesse per le arti e le lettere, che divengono strumenti di riflessione e riscatto.

La poesia italiana vive un momento di transizione: accanto ai grandi nomi del Novecento, come Montale, si affacciano nuove voci desiderose di sperimentare forme espressive innovative. La Valle Bognanco, con le sue acque termali e il fascino alpino, si propone come luogo di incontro tra tradizione e modernità, offrendo un palcoscenico unico per eventi culturali che uniscono arte, natura e benessere.

Un poeta tra il mare e la montagna

Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896, è noto per la sua capacità di fondere nelle sue poesie i luoghi della sua vita con una dimensione universale. Dai paesaggi marini della Liguria alle Alpi, Montale ha saputo catturare l’essenza del paesaggio come specchio dell’interiorità. La sua poetica ermetica, profondamente legata alla riflessione filosofica e al simbolismo, ben si sposava con un contesto come quello della Valle Bognanco, dove la natura non è solo sfondo, ma protagonista di una storia fatta di acqua, salute e rinascita.

Durante il Premio di Poesia, Montale, insieme a una giuria di figure prestigiose come Elio Vittorini e Francesco Flora, incarnò il rigore e l’eccellenza, non assegnando il premio principale ma valorizzando nuovi talenti.

Montale e la Valle Bognanco: giudice al Premio Poesia

La Valle Bognanco, con i suoi panorami montani e le sue acque termali, rappresentava un luogo dove arte e natura potevano incontrarsi. Per Montale l’esperienza nella valle deve aver rappresentato un’occasione di riflessione sulla relazione tra uomo e paesaggio: anche se la sua produzione poetica non contiene riferimenti diretti a Bognanco, è affascinante immaginare che questa esperienza abbia contribuito a nutrire il suo immaginario, arricchendolo di nuove suggestioni.

Il concorso, che vide la partecipazione di 446 concorrenti, fu un’occasione per promuovere una poetica legata al territorio ma aperta a nuove forme espressive. Tuttavia, la giuria ritenne che nessuno dei lavori presentati avesse raggiunto i livelli di “concreto prestigio” necessari per l’assegnazione del premio principale. Questo rigore, probabilmente influenzato dalla visione critica di Montale, esprime l’alto standard che i giudici si prefiggevano per un evento destinato a segnare la storia culturale della valle.

Di fronte alla decisione di non assegnare il premio indivisibile, la direzione delle Terme dimostrò grande sensibilità, accettando di suddividere la somma del premio tra cinque autori inediti, riconosciuti per “maturità e freschezza di voce.”

Questa pagina del Risveglio Ossolano racconta la montagna come uno spazio di ispirazione letteraria, di Bognanco come un eco della sensibilità di Montale e di un concorso che, anche se nato come iniziativa locale, voleva testimoniare un tentativo di portare l’arte e la poesia nelle pieghe della vita quotidiana, valorizzando la connessione tra l’ambiente e la creatività umana.

Eugenio Montale e il Premio Poesia 1951