Il battaglione Intra
Una linea difensiva in montagna tra i due conflitti mondiali
Quella che oggi è un ricercata meta panoramica piemontese, ieri era avamposto dello storico battaglione Intra a difesa del territorio italiano.
Lo stesso sentiero che oggi infatti accompagna gli escursionisti della val d’Ossola lungo le creste delle sue montagne, nel secolo scorso fu teatro di due grandi guerre.
La storia della valle Bognanco passa anche da qui, dagli avvenimenti drammatici di due conflitti mondiali. La reazione a questi sconvolgimenti è ciò che portò alla fondazione del famoso battaglione Intra. Un reparto che valorosamente si schierò a presidio e difesa delle montagne dall’invasione nemica.
Storia del Battaglione Intra
La storia della sua fondazione si intreccia a quella della costruzione di un nuovo ponte di collegamento. Il traforo del Sempione (1906) era infatti un tunnel ferroviario che permetteva il veloce ingresso tra Svizzera e Italia. Proprio la semplicità con cui il nemico sarebbe potuto entrare in territorio italiano spaventò lo stato maggiore che dispose la formazione di un battaglione difensivo.
Tra le due città indicate come possibili ospiti per il reparto nacquero dispute e contese: Domodossola e Pallanza. Quando finalmente la contesa sembrava favorire la città lacustre, spuntò il nome di Intra, limitrofa proprio a Pallanza: da qui il battaglione alpini prese la propria denominazione.
Inizialmente il plotone ebbe sede a Biella per favorire i lavori di costruzione della caserma. Si strutturava su tre compagnie: la 7° detta “di Dio”, la 24° detta “di corsa” e “la nobile “, la 37°. A queste si aggiunse per motivi bellici la numero 112 detta “degli spiriti”. Il plotone reclutava gli alpini dalle province del Verbano, di Cuneo, Ossola e Varesotto. Addirittura durante il primo conflitto mondiale si dispose un battaglione sciatori denominato “Pallanza”, successivamente sciolto.
Gli alpini nella Grande Guerra
Il ruolo del Battaglione Intra fu cruciale sul campo per buona parte del 20esimo secolo: l’Intra prese infatti parte alla prima guerra mondiale in numerose campagne e battaglie montane per respingere le invasioni dal nord. La tenacia e il numero ingente di perdite proprio durante alcune di queste, valsero al battaglione il merito di medaglia d’argento al valore militare. Con l’armistizio e la fine della Grande Guerra le azioni militari in alta valle italiana cessarono, dopo un primo periodo di occupazione in Germania e alcuni impieghi nel milanese per servizi di ordine pubblico, l’Intra si spostò in Albania, teatro di un’insurrezione armata.
I fortini militari del battaglione Intra
I fortini militari sono oggi un trekking tanto visitato quanto apprezzato dagli escursionisti in Val Bognanco. Ciò che oggi è un’escursione tra sentieri e avamposti in pietra, un tempo fu una linea difensiva costruita proprio dal battaglione Intra.
Tra i 1800 e i 2000 metri dell’Alpe Paione e della cima Costa del Dosso lungo i sentieri di alta montagna, vennero infatti realizzati per l’addestramento degli alpini del battaglione a cavallo tra le due guerre mondiali.
Pensati come avamposti rinforzati dove posizionare le mitragliatrici, i fortini potevano diventare a tutti gli effetti un rifugio per gli alpini. Le barricate erano il luogo dove passare lunghe giornate in appostamento: accanto alla feritoia per le armi c’erano piccoli vani con provviste di cibo, coperte e sigarette, l’essenziale per resistere al nemico e allo scorrere del tempo.
Gli alpini del battaglione Intra nella Seconda guerra mondiale
Ulteriore riconoscimento al valore militare, medaglia di bronzo, fu la testimonianza del sacrificio degli alpini vent’anni più tardi. Nell’ultimo conflitto mondiale l’Intra operò infatti sul fronte francese, per poi essere schierato nel 1941 in Albania. Infine, nel gennaio del 1942, in Jugoslavia dove vennero colti dall’armistizio. Dopo la prima fase di sbandamento e disordine civile, iniziarono i quindici mesi di lotta partigiana antinazista a fianco dell’Esercito popolare di liberazione di Tito. Finita l’ultima guerra, il battaglione Intra terminò il mandato, ma resta saldo il ricordo di coloro che sui pendii delle nostre montagne lottarono con coraggio, in pace e in guerra.