Chiesa di Prestino.- Il rinomato pittore Giuseppe De Giorgi ha dipinto in questi giorni per incarico di un benefattore, nella lunetta della facciata della chiesa nuova della SS.ma Annunziata, l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele.
Il bell’affresco con sfondo oro e mosaico bizantino è riuscito veramente artistico ed ammirato dai visitatori.
IL POPOLO DELL’OSSOLA n.25 23/06/1939
La Chiesa di San Lorenzo a Bognanco ha una storia radicata nella tradizione storico-artistica di epoca barocca.
Anche la chiesa di Prestino, oggi chiamato Bognanco Fonti, non fu da meno.
La menzione nel 25esimo numero del giornale Popolo dell’Ossola anno 1939 rivela un momento significativo legato alle opere di ricostruzione, ornamento e decorazione a cui nel corso della sua storia è andata incontro la chiesa di Bognanco.
Il rinomato pittore dell’epoca, Giuseppe De Giorgi, fu infatti incaricato da un benefattore di arricchire la chiesa dedicata alla SS.ma Annunziata con un affresco dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele.
La basilica, luogo di devozione comune dell’intera valle, testimonia la profonda fede della comunità di Bognanco.
Solitamente, le opere artistiche religiose come affreschi e dipinti venivano commissionate da benefattori o membri influenti della chiesa stessa. Queste commissioni rappresentavano un atto di devozione e contribuivano ad ornare ed arricchire il patrimonio artistico della comunità.
Il contesto dell’epoca suggerisce che anche l’opera di Giuseppe De Giorgi possa oggi essere inserita in una cornice simile.
L’uso di sfondo oro e mosaico bizantino evidenzia, oltre allo stile del tempo, l’attenzione ai dettagli e l’estetica raffinata della sua mano.
Gli affreschi erano infatti spesso ammirati dai visitatori, diventando punti focali di venerazione e contemplazione.
Nel contesto ecclesiastico, tali opere d’arte avevano la funzione di elevare lo spirito dei fedeli e di celebrarne la fede.
Gli artisti, oltre a essere maestri nel loro campo, erano anche figure chiave nella preservazione e diffusione della spiritualità attraverso il loro lavoro.
La menzione di un benefattore che commissionò l’opera suggerisce la diffusa pratica consolidata del mecenatismo, a favore dell’arte, della bellezza e della religiosità e a beneficio dell’intera comunità a cui era donata.